di Paolo Ficara – Quando nel gennaio 2025 è stata intitolata la sala stampa dello stadio “Oreste Granillo” di Reggio Calabria al giornalista Tonio Licordari, l’assenza di Domenico Morace non ci è passata inosservata. E nel momento in cui abbiamo chiesto ad Eugenio Marino, suo storico corrispondente per il Corriere dello Sport – “come mai non c’è il Direttore?” – Ancor prima della risposta, immaginavamo che solo una condizione non ottimale di salute ne avrebbe impedito la presenza.
In perfetta ottemperanza alla riservatezza sua e della famiglia, segno distintivo della carriera di un professionista volutamente mai diventato personaggio, Mimmo Morace ci ha lasciato ieri all’età di 82 anni. Poco prima di celebrare i 60 anni di iscrizione all’albo dei giornalisti.
Mimmo Morace è il più grande giornalista espresso dal nostro territorio. Non in riferimento alla sola città di Reggio Calabria. Non per l’argomento trattato in sé, ossia lo sport. Lo è stato. Lo è. In cuor suo, crediamo si augurasse di non rimanerlo per sempre.
Morace ha diretto il Corriere dello Sport – Stadio dal 1986 al 1991. Portandolo a diventare il quotidiano più letto, da Roma in giù. Il suo predecessore, giusto per far capire cosa esprimeva il giornalismo italiano dell’epoca, è stato Giorgio Tosatti. Ha dunque chiuso la sua esperienza poco prima dell’avvento di Tele+. Ossia, il calcio italiano mandato in diretta ed a pagamento.
Se l’avvento della pay-tv ha sicuramente consentito alla Serie A di brillare ulteriormente, di contro ha iniziato a togliere spazio alla carta stampata. Che man mano perdeva il carattere dell’esclusività nelle interviste. Morace raccontava spesso l’aneddoto di un fuoriclasse della Serie A, intervistato dal Corriere dello Sport, che il giorno dopo telefonava in redazione. Non esistendo ancora i cellulari, e nemmeno gli addetti stampa. Per dire al Direttore che le sue frasi erano state male interpretate.
La classe e la fermezza con cui Mimmo Morace rispose in quell’occasione, raccontata a titolo di esempio, ci rimarrà impressa a vita. Come la piccola lezione di un maestro. Conosciuto ed apprezzato, da chi è cresciuto negli anni ’90, soprattutto come Direttore del Guerin Sportivo. Quel settimanale che non vedevi l’ora arrivasse in edicola. Atteso più di Hulk Hogan su Italia1.
Perché Morace ha avuto questo grande dono di saper stimolare la curiosità del lettore.
Ci custodiremo il suo timbro, la sua dizione ed il suo equilibrio, ascoltati ogni qual volta gli è stato un chiesto un parere sulla nostra Reggina. Ambiente, quello legato alla Reggina, che ci ha consentito di conoscere ed apprezzare le qualità umane e professionali dei figli Daniele e Luciano, cui giunge il nostro fraterno abbraccio così come al resto della famiglia. Buon viaggio Direttore, lassù attendevano un editoriale dei suoi.
