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Perché l’Italia è uno dei mercati del gioco d’azzardo più regolamentati d’Europa

Nel 2024 in Italia le spese per le scommesse hanno superato il 7% del PIL, per un totale di 169 miliardi. Si tratta di numeri incredibili, specie se rapportati a quanto gli italiani spendono per cibo (160 miliardi), salute (128 miliardi) e scuola (52 miliardi).

 

Si tratta chiaramente di un mercato molto ricco e come tale deve essere protetto nell’interesse della nostra nazione. A prescindere dal partito che vince le elezioni, questo è un fatto noto a tutti e negli anni i governi hanno introdotto leggi e strategie per tutelare i consumatori e gli introiti che generano.

 

La volontà ferrea di proteggere questa miniera d’oro ha reso l’Italia uno dei mercati più regolamentati e rigidi d’Europa, in cui non è semplice entrare “dalla porta principale”.

La nascita dell’ADM e il suo ruolo

L’Agenzia delle Dogane dei Monopoli (ADM) nasce nel 1927 come Amministrazione Autonoma dei Monopoli Statali (AAMS) ed è l’ente incaricato di gestire il settore del gioco a distanza.

 

Si occupa di supervisionare sul gioco d’azzardo in Italia sia fisico che online, con l’obiettivo di garantire uno spazio di gioco equo e sicuro per gli utenti.

 

Oltre a coordinare linee guida e direttive con gli altri enti in Europa con lo stesso scopo, l’Agenzia ha l’incarico di rilasciare, sospendere ed eventualmente revocare le concessioni per i siti di gioco d’azzardo online.

 

Ma non solo, è un altro compito molto importante a cui deve adempiere ADM è quello di vigilare in maniera continuativa sugli operatori, assicurando che agiscano equamente e nel rispetto delle normative e oscurando i siti illegali che provano ad eludere il controllo.

Struttura normativa: concessioni, limiti e tracciabilità 

Il governo Meloni per il 2025 aveva previsto il rilascio di 50 licenze, con un costo singolo di 7.000.000 di euro, da pagare una tantum. Si tratta di una cifra 20 volte superiore ai 350.000 euro richiesti nei precedenti bandi e pagati da operatori come Leovegas.

 

La cifra non ha spaventato i bookmaker stranieri e le richieste sono state ben 54, a dimostrazione del potenziale del mercato italiano.

 

Si tratta di un dato significativo, considerato che gli operatori devono anche versare il 3% dei ricavi annui nelle casse dello stato e che una concessione vale unicamente per un sito/brand, a differenza di altre licenze che invece permettono la creazione di network con una sola licenza.

 

Vi sono poi dei requisiti molto stringenti da rispettare anche a livello informatico. Per vendere i propri servizi al pubblico italiano le piattaforme di scommessa online devono infatti dotarsi di RNG certificati che garantiscano l’equità dei giochi.

 

Ma non finisce qui. Operare nel mercato italiano significa anche essere continuamente sottoposti ad audit di ADM, che verifica l’integrità dei servizi e dei sistemi di pagamento.

 

Da non scordare che i giocatori italiani sono cittadini UE, il che obbliga i siti di scommesse a trattare i dati personali e finanziari secondo le normative del GDPR.

Pubblicità e Decreto Dignità

Il Decreto Dignità aggiornato del 2018 vieta in qualsiasi forma la pubblicità, sia in forma diretta che indiretta, del gioco d’azzardo su qualsiasi genere di piattaforma.

 

Vi è qualche eccezione, come nel caso delle lotterie statali, ma per tutti gli altri le pene in caso di inadempienza sono pari al 20% del valore dell’advertising con una sanzione minima fissata a 50.000 euro.

 

Nel biennio 2024-25, i bookmaker e i casinò online hanno tuttavia trovato un escamotage per fare pubblicità ai propri siti.

 

Sono infatti stati creati dei portali di informazione e comparazione con un dominio pressoché identico a quello della piattaforma di scommesse.

 

In questo modo sono state eluse le linee guida, tanto da spingere l’attuale governo a meditare se rimuovere questo limite.

Tutele per i giocatori: autoesclusione, limiti, verifica identità

I giocatori italiani sono tra i più protetti anche per quello che riguarda la salute personale. ADM obbliga gli operatori a fornire la possibilità di autoescludersi da tutti i siti di scommesse del circuito nazionale per un tempo variabile, che può anche essere per sempre.

Inoltre, i portali di gioco d’azzardo devono aggiungere ai propri form di registrazione la selezione di un deposito massimo (giornaliero, settimanale o mensile) e ad effettuare il KYC prima di permettere ai giocatori di effettuare qualsiasi operazione sul loro account.

 

Ogni sessione viene registrata e i dati vengono girati all’ADM, insieme ad alert su giocatori potenzialmente a rischio.

 

Troppe tutele? Non a nostro avviso. La salute dei giocatori è importante ed è giusto che lo stato, pur intascando una lauta porzione dei profitti, si curi del benessere dei propri cittadini.

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