L’Associazione ADDA esprime “profondo sdegno e indignazione per la decisione dei Sindaci dell’Ambito Territoriale Sociale di Locri di restituire alla Regione Calabria 80.000 euro destinati ai Progetti di Vita Indipendente – fondi finalizzati a garantire autonomia, assistenza personalizzata e libertà alle persone con disabilità – come disposto dalla Determina n. 1449 del 1° ottobre 2025.
Una scelta inaccettabile e moralmente vergognosa, motivata dalla mancata compartecipazione economica dei Comuni dell’Ambito, chiamati a versare complessivamente appena 20.000 euro, da suddividere tra 23 amministrazioni locali in proporzione al numero degli abitanti.
Una cifra irrisoria, se confrontata con le centinaia di migliaia di euro che gli stessi Comuni ogni anno destinano con leggerezza a sagre, feste patronali e spettacoli di piazza.
Una cifra irrisoria, se confrontata con le centinaia di migliaia di euro che gli stessi Comuni ogni anno destinano con leggerezza a sagre, feste patronali e spettacoli di piazza.
Tale rinuncia è ancor più grave se si considera che, nonostante i ripetuti solleciti dell’Ufficio di Piano fin dal 2023 e una convenzione già formalmente sottoscritta dal Sindaco del Comune capofila con la Regione Calabria per l’attuazione dei progetti, i Sindaci dell’Ambito non hanno comunque ritenuto di adempiere al minimo impegno richiesto.
Un atteggiamento che tradisce non solo la mancanza di volontà amministrativa, ma una totale assenza di sensibilità istituzionale verso i bisogni reali dei cittadini più fragili.
Un atteggiamento che tradisce non solo la mancanza di volontà amministrativa, ma una totale assenza di sensibilità istituzionale verso i bisogni reali dei cittadini più fragili.
È dunque impossibile non denunciare la gravissima insensibilità dei rappresentanti istituzionali di prossimità – i Sindaci – che, mentre si proclamano a parole paladini dell’inclusione sociale e dei diritti delle persone con disabilità, nei fatti si sono resi protagonisti di un atto di disinteresse e abbandono.
La disabilità, ancora una volta, non rientra nel “Comune senso del pensare”.
Restituire fondi destinati alla Vita Indipendente significa negare un diritto umano fondamentale sancito dalla Costituzione, dalla Legge 328/2000 e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Significa preferire la vetrina alla coscienza, la passerella politica alla responsabilità sociale.
Restituire fondi destinati alla Vita Indipendente significa negare un diritto umano fondamentale sancito dalla Costituzione, dalla Legge 328/2000 e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Significa preferire la vetrina alla coscienza, la passerella politica alla responsabilità sociale.
L’Associazione ADDA comunica di aver presentato formale richiesta di accesso agli atti per accertare con trasparenza le responsabilità di ogni singolo Comune coinvolto.
Ognuno dovrà rispondere alla propria coscienza e ai propri cittadini fragili, a cui ha sottratto una possibilità concreta di autodeterminazione e libertà, negando di fatto l’opportunità di costruire un progetto di vita indipendente e dignitosa.
Ognuno dovrà rispondere alla propria coscienza e ai propri cittadini fragili, a cui ha sottratto una possibilità concreta di autodeterminazione e libertà, negando di fatto l’opportunità di costruire un progetto di vita indipendente e dignitosa.
ADDA continuerà a denunciare con forza ogni forma di negligenza, ipocrisia e opportunismo politico nei confronti delle persone con disabilità.
Ricordiamo a tutti gli amministratori locali che la Vita Indipendente non è un privilegio da concedere, ma un diritto da garantire.
E chi lo calpesta, anche solo per 20.000 euro, porta sulle spalle una responsabilità morale che nessuna giustificazione potrà cancellare”.
Ricordiamo a tutti gli amministratori locali che la Vita Indipendente non è un privilegio da concedere, ma un diritto da garantire.
E chi lo calpesta, anche solo per 20.000 euro, porta sulle spalle una responsabilità morale che nessuna giustificazione potrà cancellare”.