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“Clan Maiolo di Pioltello usa ditte logistica come serbatoi di manodopera”: la ‘ndrangheta inserita nel ‘mercato delle braccia’

La ‘ndrangheta è sempre più inserita nel “mercato delle braccia”: tra gli affari illeciti rientra “anche lo sfruttamento sistematico della manodopera effettuato attraverso la lesione di precetti posti a tutela dei lavoratori”. E’ quanto emerge nell’ordinanza firmata dal gip di Milano Fabrizio Filice che ha portato a diversi arresti e a smantellare il clan Maiolo, operante a Pioltello.

Quanto emerge nell’inchiesta del pm Paolo Storari permette di sfatare il luogo comune secondo cui la ‘ndrangheta influenza e conforma gli ambiti economici con cui viene in contatto, “il meccanismo è esattamente inverso: gli indagati adottano tecniche operative e commettono illeciti tipici del settore economico con cui vengono in contatto, apprendendo il modus operandi della criminalità economica. Istruttive in questo senso le vicende societarie di Unica srl e Thalia srl, facenti rispettivamente capo a Omar e Salvatore Maiolo i quali si inseriscono nel mondo della logistica attraverso società che sono meri serbatoi di manodopera e che sono in grado di proporre al committente tariffe concorrenziali grazie al mancato pagamento di contributi e imposte, compensati con crediti non spettanti o fittizi: tecnica ampiamente in voga in settori meno connotati da un punto di vista criminologico, dove però il fenomeno raggiunge cifre imponenti valutabili in decine di milioni di euro”.

Ad esempio in un’intercettazione del 29 agosto 2020 emerge come Salvatore Maiolo, tra gli arrestati, “specificava ancora di lavorare con la Gls e di essere il proprietario di 40 furgoni”.

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