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Ponte sullo Stretto? L’esperto: “Timing sbagliato, con crisi approvvigionamenti costi elevatissimi e incertezza su tutto”

Oggi, così come nel medio termine, per la carenza di materie, è impegnativo e più costoso che mai rifare una facciata di un palazzo, figurarsi un ponte sullo stretto di Messina” – così esemplifica Fabio Zonta, uno dei massimi esperti di approvvigionamenti in Italia a latere  degli Stati Generali della Logistica e a commento del progetto del Governo di far ripartire la grande opera che collegherà lo Stivale alla Sicilia.

Il ponte sullo Stretto è un’opera colossale, che peraltro si somma a un’ampissima quantità di piccole o grandi opere pubbliche già cantierizzate da molti anni e in molti casi ferme per motivi di budget, burocrazia, scarsità di materie se non anche bloccate dall’Autorità giudiziaria” – spiega Fabio Zonta che con Lorenzo Zacchetti è anche autore del libro “Procurement Rievolution” (Franco Angeli Editore) – “Quindi alla luce dei nuovi propositi di ripartenza dei lavori, e ricordiamo che la posa della prima pietra annunciata nel 2004 avvenne poi nel 2009 e lì siamo fermi, nutro perplessità non tanto sulle buone intenzioni e sulla volontà di dotare il nostro Paese di un’opera importante, bensì sulla scelta dei tempi.”

In edilizia ma non solo, a causa dei diversi shock globali che hanno generato la crisi degli approvvigionamenti che si ricordi in tempi moderni, manca di tutto. Iniziare ora un cantiere così importante comporterebbe certamente costi più elevati, tempi di approvvigionamento delle materie molto più lunghi e comunque più incerti che mai in uno scenario globale imprevedibile. “Non sappiamo e nessuno sa prevedere come gli eventi internazionali, la guerra ma non solo, evolveranno e quindi pianificare una così grande opera – riflette l’esperto di procurement – in questo momento è poco ragionevole”.

“E darvi inizio per poi, malgrado tutta la buona volontà e impegno, doverla stoppare per mancanza di forniture (si pensi che la più grande compagnia aerea mondiale dovette sospendere la produzione di un’intera flotta a causa della non fornitura di un solo semplice bullone), sul mare soprattutto, significherebbe portare a velocissimo deperimento anche il poco costruito” commenta Zonta.

La soluzione? – Si domanda l’esperto di procurement – Attendere e posticipare in tempi, magari non lontani, ma con scenari globali più certi e rassicuranti. D’altro canto se per la posa della sola prima pietra abbiamo atteso 5 anni. Oppure si parta ma – consiglia Zonta –con solide fondamenta in materia di procurement.” 

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