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Caro Energia, De Rose (CICAS): “Le PMI affondano e l’Authority resta a guardare”

“E’ da quasi un anno che la CICAS ha lanciato il grido di allarme del caro energia. Esattamente nel mese di settembre 2021 il Presidente Nazionale dott. Giuseppe Mazzullo, successivamente all’annuncio del Ministro Cingolani che prevedeva un aumento dei costi dell’energia del 40% chiedeva al governo un tavolo permanente di discussione con controllo di ciò che stava accadendo. Richiesta rimasta inascoltata”.

Nel mese di marzo 2022 Anna Maria De Rose, responsabile nazionale Terzo Settore e Finanza agevolata di Cicas descriveva in un successivo comunicato che riportava il titolo “Italia: Bomba sociale pronta ad esplodere”, esattamente ciò che si è materializzato in questi giorni, parlando di una tempesta perfetta che stava per abbattersi sulle PMI stritolate tra il caro energia e l’aumento vertiginoso delle materie prime in tutti i settori produttivi colpendo in particolar modo il settore dei trasporti e della logistica, della pesca, dell’agricoltura, del turismo nonché tutto il canale Ho.Re.Ca.

“Ma oggi la situazione si è resa drammatica perché l’aumento ingiustificato dell’energia colpisce non solo le PMI ma anche i cittadini e le famiglie che non ce la fanno a sostenere i rincari. Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambienti) nel mese di luglio ha pubblicato i dati sull’aumento della luce e del gas nell’ultimo anno per le famiglie e non solo, stimando l’aumento dell’energia elettrica del 91% e del gas del 70,7%, per un totale di circa il 160% di aumenti che la stessa Arera prevede aumentare in autunno di un ulteriore 100%, previsioni catastrofiche per imprese e cittadini. E’ del 26 agosto inoltre Fonti Centro Studi un dato che annuncia la chiusura di 120.000 imprese con la perdita stimata di circa 370Mila posti di lavoro, persone che si riverseranno nel welfare e che dovranno essere sostenute.

Cosa sta facendo il Governo. I correttivi messi in campo per sostenere famiglie e imprese sono assolutamente insufficienti e non strutturali sono Bonus una tantum che di fatto tamponano una situazione ma non la risolvono, sprechiamo miliardi per non risolvere di fatto un problema creato e sì dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni applicate alla Russia ma soprattutto dalla speculazione finanziaria messa in atto dai maggiori player energetici, sul mercato di Amsterdam, che creando una bolla speculativa realizzano extra profitti.

Basti pensare agli utili stratosferici realizzati da ENI nel primo semestre 2022 pari quasi al 700% ed ammontanti a 7.398 miliardi di euro. Adesso ci si domanda come fa Eni a realizzare tali utili se il prezzo di acquisto e dell’approvvigionamento sale? Qualcosa non quadra ed è strano come nessuno al governo si ponga la questione!

Ma la domanda ancora più inquietante è: perché l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato non interviene per calmierare i prezzi il cui aumento si è riversato esclusivamente sugli utilizzatori, ma suggerisce soltanto timide strategie?

Condividendo una lunga analisi fatta dalla Fondazione Hume, (fondazionehume.it) sulle speculazioni sul gas che crea il caro bollette, ci si domanda se l’Authority, quella che dovrebbe tutelare i cittadini, difendendo il Mercato e lo Status Quo, lo fa veramente oppure tutela le Lobby?

Siamo vicini alle elezioni ed ogni schieramento politico propone soluzioni al problema, tutti sono sostanzialmente d’accordo sul mettere un tetto al prezzo del gas ma non dicono come intendono procedere fattivamente e soprattutto quando! Inoltre non è accettabile che il governo chieda trasparenza sul prezzo d’acquisto del gas alle società di cui lo stato è azionista e riceva un diniego!

Ci sarebbe una soluzione immediata per svincolarci dal TTF, basterebbe un provvedimento amministrativo implementato con una circolare proprio di Arera, che ricordiamo è una delle Authority, basata su due capisaldi:

trasparenza sul costo di acquisto del gas importato 2) tetto massimo basato sul valore di Henry Hub indicatore trasparente del prezzo accettato in tutti i mercati mondiali (Fonte rivistaenergia.it)

Perché ci si domanda non si attuano provvedimenti veloci e di buon senso ma si pensa esclusivamente a soluzioni spot e non strutturali?

A lungo termine ognuno propone la sua ricetta rigassificatori, rinnovabili, nucleare, tassazione degli extra profitti, proposte variegate con orizzonti temporali da oggi sino ai prossimi vent’anni. Nel frattempo aumentiamo i bonus sprecando ancora miliardi che non abbiamo e che finiscono per gonfiare le casse e gli utili di chi specula creando il problema.

L’unica cosa certa che abbiamo al momento è la morte di intere filiere produttive che per quanta resilienza possano avere non sopravviveranno al prossimo autunno ed una parte del Paese morirà con esse!

La Cicas pertanto rinnova l’invito al Governo dell’apertura di un tavolo con i sindacati datoriali per prendere in considerazione proposte ed attuare i relativi controlli per la difesa e il rilancio delle PMI”.

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