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Le vicende storiche ed umane di Giuseppe Garibaldi: il 30 novembre conversazione a Reggio Calabria

Mercoledì 30 novembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la nuova conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”sul tema “Il mio nome è Giuseppe Garibadi” . Parteciperà in qualità di relatore l’Onorevole Fortunato Aloi. Il gradito ospite del sodalizio organizzatore ha ricoperto il ruolo di docente negli istituti superiori. Dirigente missino e consigliere comunale e provinciale di Reggio Calabria e Deputato della Repubblica Italiana per quattro legislature, ricoprendo prestigiosi incarichi parlamentari, tra i quali quello di Sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione dal 13 maggio 1994 al 16 gennaio 1995. A riguardo il tema che sarà oggetto di analisi da parte del gradito ospite del sodalizio organizzatore, Giuseppe Garibaldi è stato il  grande eroe popolare delle guerre d’indipendenza in Italia a metà del XIX secolo, il combattente romantico che incarnava l’anelito italiano per un Paese unito e democratico. Nato a Nizza il 4 luglio del 1807 da una famiglia di commercianti marittimi – il padre Domenico possedeva una tartana, la Santa Reparata, con la quale esercitava il cabotaggio nel Mediterraneo – si iscrive nel 1821 nel registro dei mozzi e, in poco più di dieci anni, percorre tutta la carriera di marinaio mercantile.

Nel 1832 gli viene rilasciata la patente di capitano di seconda classe e come tutti i marinai mercantili ha l’obbligo di prestare servizio per cinque anni nella marina da guerra.  Nel febbraio del 1834 partecipa ad un tentativo insurrezionale a Genova che viene scoperto e dopo aver trascorso un periodo di latitanza nel Mediterraneo e a Marsiglia, nel 1835 si imbarca per Rio de Janeiro, scappando dal colera che impazza nella cittadina portuale francese. Rimarrà nel continente sudamericano fino al 1848. In questi anni sudamericani il nizzardo aderisce alla massoneria e partecipa, prima, alla rivoluzione farrouphila, nella provincia del Rio Grande do Sul che lotta per l’indipendenza dall’impero brasiliano, poi, alla guerra tra Uruguay e Argentina e tra unitari (Colorados) e federalisti (Blancos) che incendia il Rio de La Plata. A Montevideo, in Uruguay, tra le file dei Colorados costituisce, insieme ad altri esuli italiani, la Legione italiana. L’eco delle imprese sudamericane di Garibaldi si diffonde in Europa e in Italia. All’indomani della pace di Villafranca, Garibaldi si dimette dalla carica di ufficiale sardo ma ritorna in azione nella tarda primavera del 1860 quando, alla testa di circa mille volontari, parte dallo scoglio di Quarto, a Genova, per una spedizione verso la Sicilia da dove giungevano notizie di rivolte contro il regime borbonico. La “spedizione dei Mille” sbarca a Marsala l’11 maggio e a Salemi, il 14 maggio, Garibaldi si autoproclama dittatore della Sicilia. Dopo le battaglie di Calatafimi, Palermo e Milazzo le truppe garibaldine, ingrossate da altri volontari provenienti dalla penisola, sbarcano in Calabria e risalgono velocemente la penisola. La fama di Garibaldi nel mondo, però, continua a crescere incessantemente.

Dopo la spedizione dei Mille, infatti, la notorietà del nizzardo si era diffusa ovunque, tanto che nel 1862 Abraham Lincoln lo invitò a schierarsi con l’esercito del Nord nella guerra di secessione americana. Nell’aprile del 1864, durante un breve soggiorno in Inghilterra, Garibaldi trovò un’accoglienza entusiastica da parte dei sudditi di Sua Maestà. E, infine, nel settembre del 1867, a Ginevra, nel primo Congresso internazionale della Lega della pace e della libertà venne salutato come «l’uomo più valoroso e più disinteressato del suo secolo». Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 30 novembre.

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