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“Stare zitta non è più un’opzione“: il movimento femminista Purple Square, ispirato a Michela Murgia, presentato ufficialmente all’Università della Calabria

Dal virtuale al reale. A distanza di cinque mesi dalla scomparsa della scrittrice e
intellettuale Michela Murgia, e in concomitanza con l’uscita del suo libro postumo Dare la
vita edito da Rizzoli, la community Purple Square – nata su Telegram e in pochissime
settimane divenuta un vero e proprio movimento politico di oltre novemila utenti – ha
scelto le aule dell’Università della Calabria per la sua prima presentazione ufficiale.
La giornata di studio Rooms, Square, Universities: spazi e genere da Virginia Woolf a
Michela Murgia – organizzata dalla cattedra di Letteratura inglese tenuta dalla docente
Bruna Mancini del Dipartimento di Studi Umanistici – ha visto animarsi un intenso dibattito
intorno al gesto letterario di Michela Murgia e Virgina Woolf, analizzato in parallelo.
Quattro i saggi di Murgia, scelti dalla sezione calabrese di Purple Square, che più di altri
hanno mostrato punti di contatto con i temi sviluppati dalla scrittrice inglese: Ave Mary, Stai Zitta, God Save the Queer e Morgana.
Struttura e obiettivi del movimento sono stati presentati all’inizio della rassegna: Purple
Square è una community eterogenea che agisce on life, nel solco dell’impegno politico e
culturale di Michela Murgia; aderisce alle istanze del femminismo intersezionale e del
transfemminismo, accogliendo al suo interno molteplici sensibilità e orizzonti valoriali.
Il gruppo Telegram Purple Square – in cui si organizzano tutte le attività e si veicolano le
informazioni – è suddiviso in sottogruppi regionali, territoriali e tematici, ed è aperto a
chiunque voglia aderire, nel rispetto dei valori e degli obiettivi contenuti nel suo manifesto.
A relazionare sul nesso stringente tra femminismo, attivismo e piattaforme digitali nella
contemporaneità – le cui potenzialità sono state intraviste e navigate per prime proprio da
Murgia – è stata oggi Carlotta Vagnoli, attivista femminista, content creator e autrice di
numerosi testi sul tema della violenza di genere.
«Michela è stata una delle prime a concepire l’importanza di usare i social come strumento
divulgativo […] e una delle poche teoriche del femminismo contemporaneo italiano» – ha
commentato Vagnoli. Relativamente all’uscita di Dare la Vita, sul tema della maternità in
chiave queer, ha poi aggiunto: «Non c’è niente di più femminista che pensare ai diritti di coloro che verranno dopo di noi».

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