Si sono conclusi i due eventi del 24 e del 25 Novembre, che ha visto impegnata l’Associazione di Volontariato del “Centro Ascolto Stella del Mare” di Catanzaro in collaborazione con l’Associazione Moica Calabria,
sulla tematica di sensibilizzazione alla condizione della donna iraniana e alle diverse violenze, riportate alla nostra attenzione, dalla cronaca di tutti i giorni.
Giorno 24 Novembre, al termine della fiaccolata, avvenuta nel Quartiere Corvo, si è avviato un dibattito e a tal riguardo, il Presidente Stefania Mandaliti, ha affermato, che la condizione di sopruso e di violenza perpetrata nei riguardi della donna avvengono da un sistema patriarcale, che spesso volentieri viene trasmesso come esempio educativo alle nuove generazioni, creando un problema culturale. “Mi chiamo Masha” , è intesa tale affermazione, un grido di considerare qualunque donna, proveniente da qualsiasi contesto geografico, etnia, come una persona e non come un oggetto, un individuo capace di interagire e avviare un processo di crescita personale con i propri simili entrando in dialogo. La Dottoressa ha aggiunto, che il ruolo del Centro di Ascolto è di confermare l’importanza dell’ascolto come forma di prevenzione primaria ad ogni forma di violenza, che occorre incentivare la nascita di diversi centri di ascolto e cooperare in un gioco di rete per adempiere in un’azione di prevenzione,guidare i figli all’educazione e alla gestione delle emozioni e avviare dei percorsi di approccio con le famiglie e a intensificare i rapporti tra genitori e figli attraverso una relazione empatica.
Nell’incontro avvenutosi giorno 25 Novembre 2022 alle ore 16.00 presso l’Hotel Benny di Catanzaro si è svolto il Seminario dal titolo “I diritti violati della donna”, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Antimafia “In movimento per la legalità” e l’Associazione Moica Calabria.
Nei saluti introduttivi del dott. Nino Randisi Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Antimafia “In movimento per la legalità” ha salutato gli organizzatori del seminario, i formatori e i partecipanti. Ha effettuato alcune brevi riflessioni generali sugli argomenti che sono stati affrontati nel pomeriggio. In qualità di giornalista, si è limitato a riportare alcuni dati riportati dai colleghi di “Redattore Sociale” dai quali si evince come ancora oggi nel mondo circa 3 donne su 10 hanno subito violenze fisiche almeno una vota nella vita, come 22 milioni di ragazze sono sposate con un uomo adulto e 496 milioni di donne non sanno né leggere né scrivere. Dati allarmanti che ci dimostrano come i diritti delle donne sono lungi da essere conquistati. Secondo l’ONU, ad esempio, a livello mondiale, in media le donne hanno il 75% dei di ritti in meno rispetto a quelli di cui godono gi uomini. Dei circa 40 milioni di persone vittime di forme di schiavitù moderna, quali lavoro e matrimonio forzato, traffico di esseri umani, più di 7 su 10 sono donne. Tra i dati sconfortanti contenuti nell’ultimo rapporto del 2021, quello dei più di 200 milioni di ragazze e donne che vivono con la conseguenza delle mutilazioni genitali femminili, atri 4 milioni che rischiano di subire a pratica ogni anno, con la pandemia di Covid-19, non ancora debellata in grado di provocare 2 milioni di casi in più nei prossimi 10 anni. Una situazione davvero sconcertante per cui oggi lottare per i diritti delle donne significa garantire la possibilità di avere un futuro migliore e una vita dignitosa e infine, la violenza contro le donne è, dunque una violenza basata sul genere che si pone in contrasto con numerosi principi e diritti sanciti sia a livello internazionale che ne diritto nazionale di molti paesi. Se si pensa alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la violenza basata su genere può, a seconda dei casi, violare: leggiamo testualmente: il diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona (articolo 3); il diritto a non essere sottoposti a torture, trattamento o a punizioni crudeli, inumani o degradanti (articolo 5); il diritto all’uguglianza davanti alla legge ed i diritto alla egual protezione da parte della legge (articolo 7); il diritto a ricorrere ad un tribunale imparziali (articolo 8 e 10); il diritto alla libera circolazione (articolo 13) la libertà di riunione e di associazione(articolo 20).
Si sono susseguiti i seguenti formatori: la Dott.ssa Stefania Mandaliti sul tema “L’ascolto maieutico e il processo di autostima”, la Dott.ssa Maria De Fazio Vice Presidente dell’Associazione Nazionale Antimafia “In movimento per la legalità sul tema “ La donna attraverso la religione : Dall’Inquisizione alla Sharia”, Avv. Giusi Pino Presidente Associazione Moica Regione Calabria su “Il diritto a fianco delle donne; diversità di tutele e condizioni di vita tra le donne italiane e quelle iraniane” e il Dott. Michele Varcasia Responsabile della Comunicazione AMI su “Approfondimenti e criticità del Codice Rosso”