Si è svolta giovedì 27 novembre, in diretta sui canali social di Florense Tv, una nuova puntata di Con-frontidedicata allo stato di salute, alla missione e al futuro del giornalismo. Nella trasmissione, condotta dal giornalista Emiliano Morrone, si è sviluppato un dibattito fecondo su temi centrali per la democrazia e la vita dei territori, con il professore Giovanni Iaquinta in studio per commenti e analisi. Si è tra l’altro parlato della crisi della carta stampata, dell’importanza dell’informazione locale, della necessità di ricostruire credibilità nel giornalismo e del ruolo decisivo dei cronisti che operano quotidianamente nei territori, spesso senza alcun ritorno economico.
Sono intervenuti in studio Mario Morrone, corrispondente della Gazzetta del Sud; Saverio Basile, direttore del mensile sangiovannese Il Nuovo Corriere della Sila; Antonio Mancina, direttore del mensile Il Quindicinalee corrispondente del Quotidiano, tutti ospiti della puntata.
Un contributo particolarmente rilevante è arrivato da Lorenzo Giarelli, giornalista de Il Fatto Quotidiano, che, collegato da remoto, ha denunciato i tentativi politici di limitare l’informazione – come il divieto di pubblicare i nomi degli indagati – e ha sottolineato l’urgenza, nell’epoca dei social e dell’Intelligenza artificiale, di un giornalismo capace di controllare le fonti, ricostruire i fatti e cercare la verità, pilastro irrinunciabile della democrazia.
Alla trasmissione ha preso parte anche Ferruccio Pinotti, giornalista del Corriere della Sera e autore di importanti inchieste sui condizionamenti massonici, sui rapporti tra mafie e potere e sulle lobby economico-finanziarie. In collegamento da remoto, Pinotti ha esortato i giovani a non rinunciare al mestiere di giornalista, nonostante querele temerarie e difficoltà crescenti, invitando a lavorare in squadra per portare avanti inchieste complesse e raccontare verità spesso scomode ma indispensabili. Ha inoltre richiamato l’attenzione sui rischi del dominio delle multinazionali e sulle logiche di mercato che impongono contenuti e narrative, al pari di certe pressioni politiche tese a occultare fatti e analisi critiche.
Il dibattito ha mantenuto il tradizionale taglio “glocale” della trasmissione, particolarmente apprezzato dal pubblico: dallo scenario globale ai problemi della Calabria, con uno sguardo radicato nel territorio silano. Mancina ha osservato che la Calabria deve imparare a raccontarsi meglio, superando narrazioni solo negative. Mario Morrone ha replicato che la Calabria, fanalino di coda in Europa per economia, servizi e diritti, necessita proprio di cronisti che insistano nel raccontarne anche mali e ombre, resistendo ai tentativi di bavaglio e intimidazione. Basile ha richiamato il tema della sanità, sostenendo che debba tornare interamente nelle mani dello Stato per evitare profonde diseguaglianze tra territori. Iaquinta ha infine evidenziato il ruolo pedagogico, civile e culturale dell’informazione, criticando la prassi – purtroppo diffusa in Calabria – di screditare persone e storie attraverso pubblicazioni suggestive e false, talvolta persino ispirate da ambienti politici.
Al termine della puntata, Emiliano Morrone ha espresso grande soddisfazione per la qualità e l’attualità del confronto, che ha messo al centro questioni fondamentali: la libertà di stampa, la responsabilità del giornalismo, il valore dell’informazione locale, il ruolo delle inchieste e la necessità di costruire spazi di collaborazione tra i cronisti calabresi. In un tempo dominato dal pensiero unico, Con-fronti ha confermato ancora una volta l’urgenza di un approccio indipendente, pluralista e glocale all’informazione.
