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A Pizzo Calabro incontro su: “La scomparsa dei riti”

Il prossimo venerdì 4 luglio 2025, alle ore 19:00, nello spiazzo antistante la Gelateria Morino in piazza della Repubblica 13 a Pizzo Calabro, si terrà un incontro dal forte valore culturale e identitario dal titolo “La scomparsa dei riti”. L’evento nasce come occasione di riflessione sul progressivo venir meno delle tradizioni collettive, dei gesti rituali che per secoli hanno segnato il ritmo delle comunità locali, e sul significato profondo che questi rivestono ancora oggi nella costruzione del senso di appartenenza. A coordinare l’incontro sarà Anna Rotundo, studiosa attenta alle dinamiche sociali e culturali del Mezzogiorno. Introdurranno la serata i saluti istituzionali di Sergio Pittitto, sindaco di Pizzo, di Don Fortunato Figliano, parroco del Duomo di San Giorgio, e di Santina Belvedere, docente e saggista del Centro Studi Theotokos, da anni impegnato nella valorizzazione del patrimonio immateriale calabrese. Il dibattito, che vedrà la partecipazione di voci autorevoli del mondo accademico e associativo, si concentrerà sull’evoluzione del rito come fenomeno sociale, spirituale e culturale, osservando come esso si trasformi, si indebolisca o venga recuperato in contesti contemporanei segnati da globalizzazione, frammentazione comunitaria e nuovi modelli di socialità. Durante la serata interverranno studiosi, ricercatori e operatori culturali attivi sul territorio e non solo, come Vincenzina Perciavalle, presidente della Pro Loco di Pizzo, Franz Chiaravalloti, ricercatore di storia locale, Alessandra Siclari del Centro Studi Theotokos, Elia Fiorenza dell’Università della Calabria, Giuseppe Giordano, etnomusicologo e coordinatore del corso di laurea in Beni Culturali presso l’Università Tor Vergata di Roma, e Martino Michele Battaglia, docente e studioso affiliato a istituzioni di prestigio come la SSML Campus dello Stretto di Reggio Calabria, la Real Academia de Córdoba e l’Academia Andaluza de la Historia. L’incontro si propone non solo come momento di analisi ma anche come invito alla comunità a riscoprire il valore dei propri riti, spesso dati per scontati o relegati al folklore, ma capaci di restituire senso, coesione e continuità in un tempo che tende a disperdere la memoria collettiva. Sarà un’occasione preziosa per interrogarsi su ciò che permane, su ciò che si perde e su ciò che può rinascere in forme nuove.

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