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Elezioni Rende, l’ex assessore Elisa Sorrentino: “Mi candido con Bilotti che ha scelto di superare modello arcaico. Si rafforzi legame con le reti D.i.Re e Re.A.Dy”

“Mi candido come donna, per le donne, in un tempo in cui la violenza di genere continua a colpire ogni giorno. Lo faccio sostenendo Giovanni Bilotti, che ha scelto di superare il modello arcaico del “candidato forte”, figlio di una logica patriarcale, per costruire una politica basata su ascolto, pluralità e rispetto”.
A dirlo in una nota alla stampa Elisa Sorrentino, ex assessora alle pari opportunità e oggi candidata al consiglio comunale di Rende con PartecipAzione.
“La mia visione di città è chiara: una Rende giusta, progettata anche e soprattutto a misura di donna, una città in cui la sicurezza urbana, i servizi, gli spazi pubblici e sociali siano pensati tenendo conto delle vite concrete. Una città in cui le parole d’odio, il sessismo e ogni logica di dominio maschile vengano respinti senza ambiguità”.
Sorrentino poi entra nel vivo del discorso sottolineando come: “sia essenziale una collaborazione stabile con i Centri antiviolenza del territorio, da coinvolgere fin dalla progettazione delle politiche pubbliche. Solo insieme a chi combatte quotidianamente sul campo è possibile garantire interventi concreti e percorsi di libertà e autonomia per chi subisce violenza. Rende deve rafforzare il suo legame con la rete nazionale D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza, per costruire una risposta forte, continuativa e istituzionale”.
Infine la candidata al consiglio comunale di Rende conclude affermando che: “il contrasto alla violenza passa anche dalla prevenzione culturale: serve un lavoro serio e strutturato dentro le scuole, con percorsi di educazione al rispetto, al consenso, alle differenze, con la formazione del personale docente e l’impegno a fare della scuola un presidio contro il patriarcato e la violenza sistemica. Il riequilibrio di poteri non può fermarsi: la mia idea di parità di genere comprende chiaramente anche il contrasto all’omotransbifobia, al linguaggio d’odio, alle discriminazioni. È fondamentale dare continuità alla rete Re.A.Dy, perché la giustizia sociale non è piena finché non è per tutte e tutti.

 

Una città che tutela le donne, che ascolta le differenze, che educa al rispetto, è una città che ha il coraggio di cambiare”.

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