A circa 30 anni da quella che può essere considerata la migliore sperimentazione nazionale del progetto di albergo diffuso attraverso la tutela del cosiddetto patrimonio storico minore, sabato 26 aprile Corigliano-Rossano ospiterà un evento di portata nazionale, unico nel suo genere, per analizzare contenuti, metodi e soprattutto risultati di quello viene indicata come un’esperienza replicabile in tutto il Paese, soprattutto nel Sud Italia.
INTERVISTA DI LENIN MONTESANTO (MID®) CON GIUSEPPE BRINDISI (RETE 4)
Promosso dall’Amministrazione Comunale, ospitato dalle ore 17.30 al Teatro Paolella, nel Centro Storico di Rossano, all’evento interverrà Daniele Kihlgren, il famoso imprenditore italo-svedese, riconosciuto in Italia ed in Europa come l’uomo salva-borghi, ideatore del primo e più riuscito modello socio-culturale ed economico (Sextantio) realizzato nel borgo di Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, proseguito con quello de Le Grotte della Civita, nei Sassi di Matera. – Ad intervistare Kihlgren, insieme a Lenin Montesanto, ideatore del Progetto dei Marcatori Identitari Distintivi (MID) Calabria Straordinaria, sarà Giuseppe Brindisi, volto noto della tv, conduttore del programma Zona Bianca su Rete 4.
SARÀ PRESENTATO ANCHE PROGETTO ALBERGO DIFFUSO NEI DUE CENTRI STORICI
Nel corso dell’evento verrà anche presentato il progetto di albergo diffuso nei due centri storici di Corigliano-Rossano attraverso gli interventi di Salvatore Tavernise, Presidente della Commissione consiliare Strategie e Integrazione e del Sindaco Flavio Stasi.
IL SINDACO: I NOSTRI CENTRI STORICI NON VANNO RILANCIATI, MA RIPENSATI
I nostri centri storici – dichiara il Primo Cittadino – non vanno solo rilanciati, come si sente da decenni, ma vanno ripensati. Servono nuovi servizi e nuove modalità di accesso a questi servizi, con percorsi pedonali e mobilità sostenibile. In questo quadro si incastra perfettamente l’idea di albergo diffuso, per realizzare ricettività laddove é insufficiente, ma anche – conclude Stasi – per creare obbligatoriamente qualità.
TUTELA E RILANCIO PATRIMONIO LOCALE, IL MODELLO S.STEFANO DI SESSANIO
Dopo anni di discussioni sul destino delle aree interne e sul progressivo abbandono dei borghi storici, il comune di S.Stefano di Sessanio in provincia de L’Aquila ha intrapreso un passo simbolico ma significativo verso la tutela ed il rilancio del patrimonio locale. In collaborazione con la Regione Abruzzo, è stata decisa la demolizione di un edificio moderno abbandonato ed invasivo, situato in prossimità del borgo medievale, con l’obiettivo di ripristinare l’armonia tra il costruito storico e il paesaggio naturale.
CASO DI STUDIO, DA COMUNE ABBANDONATO A 55 PARTITE IVA SU 70 RESIDENTI
Questa iniziativa rappresenta una nuova speranza per il rilancio economico e culturale dei borghi dell’Appennino, proponendo un modello replicabile che coniuga tutela del patrimonio storico-vernacolare e sviluppo sostenibile. Già dalla fine degli anni ’90, un progetto di restauro ha riportato in vita il borgo, preservando le sue caratteristiche identitarie e promuovendo un turismo consapevole e rispettoso. Il successo di questo approccio oggi è evidente: da una singola struttura ricettiva negli anni ’90, il borgo oggi conta ventitré attività simil-alberghiere, oltre a ristoranti e botteghe artigiane. Il numero delle partite IVA che, comprendenti anche ristoranti, locali e botteghe, sta raggiungendo il numero degli abitanti (circa 55 su 70 residenti reali). Questa crescita ha invertito il declino demografico, attirando giovani e famiglie, e stimolando una nuova economia locale.
KIHLGREN: TUTELA PATRIMONIO STORICO PER LO SVILUPPO ECONOMICO
L’esperienza di S. Stefano di Sessanio – spiega Daniele Kihlgren – dimostra che la tutela del patrimonio storico può diventare strumento misurabile per lo sviluppo economico, promuovendo un turismo di qualità e sostenibile. I borghi, con la loro autenticità e il profondo legame con il territorio, rappresentano un patrimonio unico che l’Italia può offrire al mondo. Con migliaia di borghi abbandonati o semi-abbandonati in tutto il Paese, questo modello potrebbe essere adottato su scala nazionale, contribuendo a contrastare il fenomeno dell’overtourism e a preservare le identità locali: un’opportunità per riscoprire e valorizzare un’Italia autentica, lontana dalle mete turistiche tradizionali, ma ricca di storia, cultura e bellezza.