“Per troppi anni, occupandoci di sanità, abbiamo parlato soltanto delle risorse – che sono importanti e necessarie – ma mai delle riforme, soprattutto di quelle che riguardano il lavoro: perché è, ad esempio, sempre più difficile trovare medici che siano disposti a lavorare nell’emergenza urgenza”.
Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in un’intervista a TgCom24.
“In Calabria stiamo facendo bandi ogni mese, e continueremo a farli e a pubblicizzarli.
Ma su 159 medici che cerchiamo per l’emergenza urgenza, al momento solo 13 hanno risposto al bando.
Ci sono zone interne – non solo in Calabria ma in tutta Italia – dove è difficile trovare le guardie mediche. Nella mia Regione io avrei necessità di 574 medici per le guardie mediche delle zone interne: hanno risposto ai bandi in 28 a novembre e in 16 a dicembre. Troppo pochi.
E ogni mese faccio manifestazioni di interesse per medici disponibili a fare le guardie mediche.
Adesso metterò anche gli specializzandi a fare le guardie mediche, in modo che possano parallelamente lavorare e finire il loro corso di specializzazione.
Ma il problema è gigantesco, e merita di essere affrontato a livello nazionale”.
“Già da tempo – ha continuato Occhiuto – ho chiesto al governo di fare nella sanità quello che per esempio si fa per le forze di polizia o per i magistrati. Quando si mandano i magistrati o i poliziotti in zone disagiate, si dà loro un’integrazione salariale e si danno anche dei vantaggi di carriera.
Perché non fare così anche per i medici? Questo sarebbe utile non solo per le zone interne della Calabria, ma anche per le zone interne di tutte le Regioni che faticano a trovare per esempio guardie mediche”.
“E poi bisogna intervenire sulla retribuzione dei medici. Una guardia medica guadagna un terzo di un medico di medicina generale, un medico ospedaliero guadagna un terzo di un medico di medicina generale.
Nessuno vuole andare sulle ambulanze, non si trovano medici disposti a stare nell’emergenza urgenza, perché hanno grandi responsabilità e guadagnano molto di meno.
Io non mi perdo d’animo, e vado avanti. Governo una Regione complicata, per cui quando le soluzioni sembrano impossibili, poi con la fantasia, con l’intraprendenza, con la creatività, trovo delle soluzioni, come quando ho preso i medici cubani per non chiudere gli ospedali e i reparti.
Però sarebbe utile che su questo tema ci fosse una presa di coscienza a livello nazionale, perché altrimenti il sistema sanitario – non solo in Calabria ma in tutta Italia – non riesce più ad assicurare la qualità del servizio e i diritti ai cittadini”.