La Fondazione Banca di Montepaone, dopo averne già prorogato per ben due volte l’apertura, considerato l’interesse e l’apprezzamento dei visitatori, comunica l’imminente chiusura della mostra “Max Marra. Corpi di Materia e di cielo”, allestita negli spazi della filiale della Banca a Catanzaro, fissata per il 31 ottobre prossimo.
La mostra, curata da Teodolinda Coltellaro, realizzata nell’ambito delle iniziative previste dal Progetto ArtCube, spazio per la Cultura, dimostra, secondo quanto dichiara il Presidente della Fondazione Giovanni Caridi, che ” Il connubio tra arte e luogo di lavoro è perfettamente riuscito; ne è conferma anche questa mostra che chiude la stagione espositiva con un ampio riscontro di pubblico, con la qualità delle scelte operate, amplificata dalle espressioni creative del maestro Marra che, attraverso le sue opere, ha permesso un ulteriore momento di riflessione sui linguaggi artistici contemporanei”.
Le opere esposte delineano lo straordinario viaggio creativo compiuto dall’artista, ripercorrendone per tappe esemplari le diverse fasi evolutive della sua ricerca. La mostra, allestita negli spazi della filiale di Catanzaro della Banca Montepaone, ben traduce la direzione del suo operare, in cui la materia è protagonista del processo creativo. Il suo snodarsi espositivo permette di cogliere i sofferti corpo a corpo con la materia, con la natura organica dei materiali, per giungere alla creazione dell’opera. Il suo è un continuo interrogarsi sul senso più profondo dell’esistenza, in un itinerario esplorativo denso di valori spirituali, attraverso cui cerca nella materia, nella sua tormentata densità evocativa, i suoi cieli.
Scrive, in proposito, Coltellaro:” Ogni opera è una preziosa partitura di motivi ritmici, musicali; di valori poetici che si incorporano di materia, che diventano essi stessi materia, sublimata nella liricità profonda di un canto. I suoi bianchi sono sempre più attraversati da segni delicati, da disegni, armonie di scritture che, attraverso la corporeità visiva dell’opera, definiscono raffinati accordi formali, mutevoli tessiture monocrome, portati di energia luminosa e per cui ogni opera è un cosmos impastato di cielo”.