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Celebrazione della Santa Messa nel santuario di Cardolo da parte del vescovo, monsignor Serafino Parisi, in occasione della festa in onore di San Giovanni Paolo II

Con la sua vicenda umana, e insieme pastorale, profondamente nutrita di fede e dedizione verso il ministero affidatogli, San Giovanni Paolo II continua a suscitare nella comunità dei fedeli un profondo senso di devozione e ammirazione filiale. Sentimenti di vera commozione, nei confronti della figura del Santo Papa, quelli condivisi dalla Chiesa in festa, al fine di celebrare un uomo che seppe fare della sua vita un capolavoro di splendore, dando gloria a Colui dal quale discende ogni dono e ogni carisma.

In questo coro unanime di voci liete, ben riconoscibile è stato il contributo offerto dal Santuario di Cardolo (Feroleto Antico) che, come perla preziosa in tutto il Sud Italia, si è reso veicolo di trasmissione di un messaggio forte nel territorio diocesano: seguendo le orme di San Giovanni Paolo II, ciascuno di noi può divenire costruttore e coerede del Regno di Dio.

Trascorsi i nove giorni di preparazione, silenziosa ed edificante, guidata da diversi sacerdoti che si sono susseguiti nell’offrire la loro testimonianza, martedì 22 ottobre, rinsaldati da una più profonda conoscenza del pontificato e dell’insegnamento di Papa Wojtyla, i fedeli si sono riuniti intorno alla mensa eucaristica per vivere un momento conclusivo, con la celebrazione della Santa Messa, presieduta da monsignor Serafino Parisi, che ha coronato un tale intenso momento di grazia.

Significative le parole che il Vescovo ha speso per encomiare le virtù umane di San Giovanni Paolo II, di cui ha ricordato non solo l’animo caritatevole, ma anche quell’innata abilità ch’egli possedeva di leggere i segni dei tempi, affrontando le sfide del millennio che, ancora oggi, e soprattutto oggi, ci attanagliano. I due nomi di Giovanni e di Paolo, due personalità dirompenti della storia della salvezza, si sono incarnati nel suo vissuto, si sono radicati nell’animo di un uomo santo, solcato più volte dal dolore, ma da esso mai sopraffatto. La liturgia del giorno, come ha sottolineato monsignor Parisi, è stata d’aiuto nel consegnare ai credenti la dimensione più completa di quell’annuncio di cui San Giovanni Paolo II ha fatto la missione prima del suo pontificato: “Gesù Cristo, per amore, ha versato il sangue sulla croce e ci ha conquistati, mettendoci al primo posto. Nella carne di Gesù si è realizzato un patto di unità, di vera riconciliazione. Ci ha resi, insomma, concittadini dei Santi e familiari di Dio (Ef 2,11-22)”. In quest’ottica, la nostra dignità di figli ci risolleva dall’abisso degli errori e delle avversità, inderogabilmente umani, rendendoci capaci di un servizio nascosto e propositivo, un impegno che sappia rendersi evidente in una preghiera modesta e priva di egoismo. In una società, colma di benessere effimero, come quella nella quale siamo chiamati ad operare, quanto può essere dolce, al contempo gioioso, quell’augurio che Papa Wojtyla rivolge ai giovani: “Non abbandonatevi alla disperazione (…), prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”!

È la stessa figura di San Giovanni Paolo II, di cui la comunità della Parrocchia “S. Maria Immacolata” ha celebrato la memoria liturgica, a costituire l’esempio più efficace del successo (inteso nella sua più spirituale accezione) di una vita che si fa dono.

“Giovanni Paolo II nel suo ministero – così si conclude l’omelia del Vescovo Parisi – si è portato sino agli estremi confini della Terra, annunciando instancabilmente il Vangelo della salvezza. Ha reso viva testimonianza della missione affidataci: ciascuno di noi è quella pietra che contribuisce ad edificare l’abitazione di Dio. In tutti noi, fondati in Gesù Cristo, opera lo Spirito Santo, coinvolgente e fecondo dono d’amore. Lo Spirito non è mai sterile: dovunque entri, la vita diviene pulsante. Possiamo davvero scoprire la grandezza di ogni essere umano, in questo nostro tempo, possiamo scoprirci amati da Dio e cantori dello splendore della vita”.

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