“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, recita l’articolo 1 della dalla dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, ma questo è soltanto l’inizio, perché la vera uguaglianza non coincide con l’omologazione, ma deve essere frutto di un processo educativo che parte dalle famiglie e si snoda attraverso la scuola e l’intera comunità, una battaglia tesa all’equità: un’azione sinergica di cui la politica deve esser promotrice attraverso azioni positive interdisciplinari e inter-istituzionali che, nel tutelare le donne, tutelino l’intera società.
In questa giornata, il mio pensiero alle donne è un pensiero a tutta la comunità, donne e uomini, ed ai valori che ne sono alla base, perché sono fermamente convinta che soltanto garantendo alle donne la libertà di esprimersi pienamente in ogni ambito, unitamente all’accesso ai posti di responsabilità, avremo un mondo più sicuro, più giusto, più inclusivo e più prospero”.
Lo afferma la vicepresidente della Giunta regionale, con delega alle pari opportunità, Giusi Princi. “Negli ultimi decenni – aggiunge Princi – abbiamo assistito a un’evoluzione significativa del ruolo delle donne in vari campi, dalla politica alla scienza, dall’economia alla cultura. Le donne, supportate da una politica europea e nazionale in divenire, grazie all’acquisizione di maggiore consapevolezza e strumenti di tutela, hanno dato luce al loro straordinario valore, essendo le prime promotrici di loro stesse.
Un percorso, quello verso la parità, segnato da una ricca evoluzione normativa, che però non può e non deve bastare. La Regione Calabria, in linea con la mission che da subito ci siamo dati con il presidente Occhiuto, su mia proposta, ha approvato il disegno di legge che prevede il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile, finalizzato alla messa in atto di azioni contro le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro pubblici e privati. Tra le misure introdotte, accanto ad azioni di innovazione e sperimentazione sociale in tema di conciliazione vita-lavoro e azioni volte all’incentivazione dell’imprenditoria femminile, vi è anche un percorso premiale per le imprese che, dovendo accedere a bandi pubblici, riconoscano strumenti di flessibilità e sostegni all’occupazione per le donne”.
“Per tale misura sono state stanziate risorse pari a 10 milioni di euro – sostiene ancora la vicepresidente – nell’ambito del microcredito. Inoltre, recentemente la Giunta regionale, su mia proposta e del presidente Occhiuto, per dare la possibilità alle donne di conciliare lavoro e famiglia, ha approvato il sistema educativo integrato di educazione e di istruzione 0-6 che prevede, attraverso incentivi ai Comuni, la realizzazione nuove strutture per l’infanzia, l’ampliamento dei servizi educativi (posti e orari), la riduzione delle rette a carico delle famiglie e anche voucher alle famiglie per la gratuità degli asili nido. In questi anni di attività come vicepresidente della Regione ho potuto constatare come il rapporto tra politica e donna stia cambiato perché si sta valorizzando, sempre di più il ruolo anche apicale delle donne, ruolo che è stato per troppo e per lungo tempo marginalizzato ma che rappresenta il valore aggiunto del cambiamento.
Anche se mi piace evidenziare che il merito non è una questione di genere, il merito è una questione di studio, abnegazione, caparbietà e serietà. Da donna, da mamma e da vicepresidente auspico che ciascuno di noi, dalle Istituzioni alla comunità civile, ma ancor prima ciascuno di noi, donne e uomini, dia il proprio contributo per scardinare tutte quelle rappresentazioni che limitano la libertà di essere e di esistere nel valore della propria differenza. Pertanto, l’8 marzo non è una festa ma una giornata per sottolineare l’importanza della lotta e della difesa dei diritti delle donne in tutti i campi. Una Giornata per l’affermazione della libertà di essere, di esistere nel valore della propria differenza. Una Giornata di riflessione su tutto quello che ancora rimane da fare per riscattare la dignità femminile, soprattutto rispetto alle, ancora eccessive, barriere ideologiche”.