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Savoldi a Reggina Talk: “Inzaghi è bravo e preparato per la categoria, Reggio ha fame di Serie A”

“Due anni che vinco il campionato, due anni che mi fanno fare finali con le quarte o quinte arrivate”. Con questa simpatica recriminazione, rivolta all’altro ospite Cesare Di Cintio in qualità di esperto di diritto sportivo, si è aperto l’intervento di Gianluca Savoldi a Reggina Talk del lunedì. Il suo Renate è arrivato primo nel campionato Primavera 3, un grande traguardo in considerazione di avversari come SudTirol e Modena. Adesso i playoff sanciranno le promosse in Primavera 2.

L’ex attaccante della Reggina segue sempre il percorso degli amaranto: “Non respirando l’aria dello spogliatoio della Reggina, posso immaginare che la priorità sia di rompere il ciclo negativo. Bisogna fare punti, senza sottilizzare. Mister Inzaghi, tra addetti ai lavori, è reputato bravo e preparato per la categoria. Da tifoso, mi fido di quel che vive lui. Al di là della classifica, ci vuole un’iniezione di fiducia”.

“All’inizio, non avevo la sensazione che la squadra costruita dovesse lottare per forza per la promozione. Lo avevo già detto l’anno scorso, passando per antipatico. La Serie B ha tanti punti interrogativi – ha proseguito il tecnico del Renate Primavera –  Guardando il Brescia, è un attimo passare dalle stelle alle stalle. Attualmente non c’è grande disparità, rispetto a ciò che ci si poteva aspettare ad inizio campionato. Vedendola dal vivo a Como, pensavo si potesse andare oltre le previsioni iniziali”.

Anche Savoldi come Inzaghi, pur essendo allenatore, si fa fatica non immaginarlo come calciatore, specie quando si diverte in allenamento con i propri ragazzi: “In fondo non smetteremo mai di essere giocatori. Il fisico ci ha obbligato a smettere, ma dentro di noi lo saremo per sempre. Quando faccio gol in allenamento, dico al portiere di non preoccuparsi perché certi tiri li faccio solo io. Può essere una maniera di coinvolgere i giocatori, spingendoli a dare di più. Ho un bel feeling con i miei. Se non avessi giocato, avrei capito tante cose in meno. A Reggio la fame di Serie A è comprensibile. Nell’ultima promozione in massima serie, c’ero io: si sta parlando di 20 anni fa. Reggio vuole riprovare quella soddisfazione. La strada è lunga, per un attimo è sembrato che l’obiettivo fosse vicino”.

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