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Controlli agroalimentari, Capece (NSC): “Bene la tutela del Made in Italy, ma si impegni personale specializzato”

«Nonostante siano stati previsti nella manovra finanziaria 2023, si registrano ancora attese e rallentamenti per l’apertura dei nuovi Nuclei Tutela Agroalimentare di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria. Ad attendere l’istituzione dei presìdi sono 77 unità di personale dei 119 specializzati dell’Arma dei Carabinieri nella tutela agroalimentare dall’aprile 2023. Personale formato con un relativo corso di specializzazione che ha richiesto un cospicuo investimento in termini di risorse ma attualmente lasciato in stand-by, nell’indifferenza dei disagi amministrativi che comporta rispetto alle aspettative professionali, personali e di impiego».

A dichiararlo è Michele Capece, segretario generale aggiunto del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

«La contraffazione alimentare del Made in Italy tra sofisticazioni, alterazioni e fake food ha mosso nel 2021 circa 10 miliardi di Euro. Ad essere maggiormente preoccupati sono i consumatori che manifestano il timore per la propria salute. Sul punto si è espresso anche il Ministro del MASAF Francesco Lollobrigida. La compagine operativa deputata ai controlli – spiega Capece -, rappresentata dai Carabinieri per la Tutela Agroalimentare e per la Tutela Forestale e Parchi, la GdF, la C.P., Agea, l’Agenzia Dogane e Monopoli, e ICQRF del Masaf, a cui è affidato il ruolo di coordinamento operativo ha effettuato nel primo semestre 2023 circa 120mila verifiche e 1.846 sequestri che hanno tolto dal commercio 10 milioni di chili di prodotti. Come sindacato – riferisce Michele Capece segretario generale aggiunto di N.S.C. (Nuovo Sindacato Carabinieri) -siamo pienamente soddisfatti dell’impegno del Ministro atteso che i risultati sono sicuramente incoraggianti, ma allo stesso tempo, vorremmo esserlo anche rispetto all’impiego del personale e del loro benessere e dopo aver interessato senza risposta il CGA, il CUFAA ed i Ministeri Difesa, Interno e MASAF, attendiamo ancora risposte per l’apertura dei nuovi nuclei.  Auspichiamo quindi – conclude il sindacalista – una celere risoluzione rispetto alle ambizioni professionali dei 77 specializzati e destinate a tutelare uno dei settori più importanti dell’economia italiana e che attendono l’istituzione dei presidi per mettere a disposizione della collettività la professionalità acquisita. L’anno volge al termine ed il personale merita risposte che attende da tempo».

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