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Trasporto pubblico nell’area metropolitana di Reggio Calabria: ne discute la Cisl

A margine dl Consiglio Generale della CISL scuola di Reggio Calabria è nato un dibattito sulla necessità di una maggiore interazione tra le forze politiche, sociali, le Istituzioni Scolastiche e le aziende di trasporto pubblico per individuare le modalità organizzative per garantire al meglio, già dal prossimo anno scolastico, le nuove corse di trasporto pubblico degli studenti garantendo la piena fruibilità del diritto allo studio ad ogni ragazzo/a, indipendentemente dal luogo della propria residenza.

Infatti, da uno sguardo analitico d’insieme sulla nostra realtà – affermano Nausica Sbarra segretaria generale CISL e Giuseppe Moio segretario generale CISL Scuola dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria – emerge con chiarezza che, una tra le criticità maggiormente articolate è quella che continua a insistere strutturalmente sul complesso sistema dei trasporti pubblici, nonostante il ruolo strategico che esso dovrebbe rivestire nelle dinamiche demografiche ed economiche, di riflesso nei processi di rafforzamento della coesione sociale del territorio, il cui indice di fragilità si conferma peraltro tra i più visibili e considerevoli. Bisogna difatti riconoscere che, in Calabria, tale settore non costituisce un elemento cardine per garantire l’accessibilità e la mobilità efficiente di persone e di merci, mentre presenta difficoltà di ordine infrastrutturale, gestionale e tecnologico che richiedono nuovi approcci integrati e soluzioni multidimensionali. Ci troviamo pertanto di fronte a una notevole sfida che richiama l’attenzione sull’urgenza di incentivare una più ampia diffusione delle nuove tecnologie, capaci di determinare un incontro più efficace tra le esigenze di mobilità dei cittadini – i quali hanno il diritto di accedere alle opportunità più idonee a rispondere ai loro bisogni – e i soggetti che, effettivamente, pianificano e offrono servizi di mobilità. Bisogna ammettere – alla luce delle considerazioni esposte – che le vulnerabilità risultano accentuate in modo particolare nell’area della provincia di Reggio Calabria, dove talune problematiche del sistema dei trasporti si manifestano con una certa sistematicità, determinando da una parte effetti sulla qualità della vita, sull’efficienza dei collegamenti e dunque sulle prospettive di sviluppo locale, dall’altra contribuendo ad aggravare le condizioni di svantaggio già diffusamente presenti nel medesimo territorio. Occorre altresì evidenziare che la questione investe in modo inevitabile – e in una misura alquanto significativa – anche la dimensione più segnatamente scolastica, in quanto l’accessibilità alle Istituzioni educative di riferimento, unitamente alla pertinente fruizione della molteplicità dei servizi, risulta essere strettamente correlata alla disponibilità, affidabilità e sostenibilità proprio dei trasporti pubblici, i quali nella maggior parte dei casi sono garantiti da mezzi spesso malfunzionanti e sovraccarichi. È d’altra parte consolidato che il sistema della mobilità rappresenti un fattore abilitante per l’utilizzo delle opportunità formative, configurandosi appunto per questo come una componente essenziale delle politiche di inclusione sociale. Carenze infrastrutturali, bassa frequenza delle corse, tempi di percorrenza non raramente elevati e insufficiente integrazione intermodale contribuiscono a ingenerare disuguaglianze educative, determinando soprattutto in aree periferiche e svantaggiate – come, ad esempio, la Piana di Gioia Tauro – disfunzioni che tendono a incidere sulla possibilità degli studenti di esercitare il diritto all’istruzione, come pure a ostacolare il principio di pari opportunità e il raggiungimento degli obiettivi di inclusione scolastica e sociale. Ne discende la necessità di progettare e sviluppare una rete integrata di servizi di trasporto pubblico, programmata in funzione degli attuali flussi scolastici e delle specifiche esigenze territoriali, al fine di assicurare condizioni di accessibilità omogenee e contrastare dunque il rischio di marginalizzazione educativa. Ciò implica immaginare interventi pianificati, sia sul piano infrastrutturale sia sul piano dell’individuazione di nuovi principi organizzatori della politica dei trasporti, in coerenza con la capacità di potenziare e risistemare una più efficiente rete di mobilità pubblica – più moderna e più flessibile anche per allieve e allievi con bisogni speciali – volta a ridurre il divario, sempre maggiore, tra i costi pagati non solo dagli studenti, ma anche dalle famiglie e non di meno dalla più ampia collettività. Quanto esposto rinvia al rapporto inscindibile che sussiste tra mobilità collettiva degli studenti e il pieno esercizio dei diritti democratici, poiché garantire un accesso equo e sicuro ai servizi di trasporto pubblico significa rimuovere ogni sorta di ostacolo e assicurare pari opportunità di partecipazione sociale attiva prima di tutto alla comunità di appartenenza. La qualità e l’efficienza dei trasporti pubblici si configurano – conclude la nota della Sbarra e di Moio – non soltanto come infrastrutture materiali, ma come strumenti fondamentali di giustizia sociale, tutti ispirati ai principi e ai valori della democrazia e della partecipazione inclusiva e solidale sanciti dalla nostra Costituzione.

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