Si chiama “#AvreiDesiderato…” ed è un progetto di sensibilizzazione che verrà proposto agli studenti di alcuni istituti scolastici cittadini con lo scopo di stimolarli creando un’attività laboratoriale su fenomeni e temi di particolare attualità come la violenza di genere, il bullismo, le dipendenze patologiche e i disturbi del comportamento alimentare. “#AvreiDesiderato…” ha ottenuto il patrocinio gratuito del Comune, in virtù della delibera proposta dall’assessore alla Pubblica istruzione e ai Servizi sociali, Nunzio Belcaro e approvata dalla giunta presieduta dal sindaco, Nicola Fiorita.
“Il progetto concepito da Sofia Monterosso, psicologa con la passione della scrittura – spiega Belcaro – è tanto semplice quanto potenzialmente assai efficace: si tratta di una raccolta di poesie, stampate e montate su tela, da affiggere sui muri degli istituti scolastici. Accanto a ciascuna tela o gruppo di tele, una cassetta simile a quella delle lettere, in cui studenti e studentesse potranno lasciare, in forma scritta e anonima, un pensiero, una riflessione, una proposta o quant’altro vorranno esprimere su quei temi sensibili con cui giovani e famiglie sono spesso costretti a fere i conti. Ancora una volta – continua l’esponente della giunta Fiorita – sposiamo un progetto che ha lo scopo di fare comunità e farla crescere. In questo caso, abbiamo voluto valorizzare l’idea nata da una giovane energia della città, una professionista che può aiutare a creare un canale di comunicazione più autentico e profondo con le nuove generazioni. Come Amministrazione, abbiamo bisogno di strumenti di questo tipo anche in relazione ai vari progetti sul disagio giovanile che abbiamo in campo, penso per esempio a DesTEENazione. La vicinanza di figure come Sofia Monterosso ci facilità l’attivazione di canali di comunicazione, sia sul piano dell’analisi dei fenomeni, sia su quello del dialogo con i giovani attraverso una professionista, giovane anche lei e quindi in linea con un certo modo di stare al mondo, di parlare e di pensare. È un modo anche questo – conclude Belcaro – per aprirsi dei varchi in fasce di popolazione altrimenti difficili da penetrare e cogliere nelle sfumature esistenziali più intime, che però ne costituiscono la vita e l’esperienza quotidiana”.
