“Ora nessuno conosce più Sergio Abramo. È un imbarazzante fantasma che si aggira tra le macerie della città, disprezzato soprattutto da chi gli è stato accanto per tanti anni. Non conoscono più Abramo gli assessori che siedono nella sua giunta da un quinquennio, i suoi fedelissimi consiglieri osannanti, i dirigenti e i consulenti nominati con il solo requisito della fedeltà e dell’obbedienza cieca”. Così in una nota il comitato elettorale per Nicola Fiorita Sindaco.
“Oggi tutti impegnati a gridare il declino della Città e il fallimento di Abramo; a reclamare una giunta di salute pubblica che guarisca la città dal male fatto dal sindaco. Unico responsabile di tanto sfascio e perciò indegno di entrare nella corte del taumaturgo che vuole risollevare la città. Porte aperte invece per assessori, consiglieri, dirigenti, consulenti, tutti evidentemente inconsapevoli di quello che succedeva a Palazzo De Nobili e quindi “vittime” dell’uomo solo al comando”.
“Al di là delle metafore, – prosegue la nota – il patetico pentimento degli uomini più fidati di Abramo è l’elemento più immorale di questa campagna elettorale. È una storia tutta fondata sull’abiura, sul giuramento solenne di rinnegare tutto in cui si è creduto prima. C’è chi abiura la sua militanza politica, stracciando platealmente la tessera del suo partito per ottenere benevolenza dalla parte avversa, e c’è chi abiura la sua compartecipazione al governo di Abramo per potere sopravvivere a sé stesso”.
“Noi siamo i più lontani politicamente da Sergio Abramo e il nostro giudizio negativo sulle sue ultime Amministrazioni è netto. Siamo gli unici legittimati a denunciare il declino inesorabile della Città, la mancanza di visione, il sistema clientelare fondato su incarichi, prebende e sistemazioni nelle strutture regionali. Siamo noi gli unici a potere parlare di rinnovamento, di meritocrazia, di un nuovo sistema di governo basato sulle competenze e sulla passione politica”.
“La città però dovrebbe avere un sussulto di sdegno davanti a cotanta insopportabile ipocrisia e all’uso ricattatorio dell’abiura”.
“Abramo appartiene ormai al passato con le sue poche luci e le sue tante ombre – conclude il comitato. “Non tutto della sua lunga esperienza è da buttare via, ma è del tutto evidente che noi abbiamo una visione completamente diversa dalla sua. Di una cosa sola siamo sicuri: i suoi “pentiti”, coloro che solo fino a pochi mesi lo osannavano, hanno uguali responsabilità e non basteranno queste disgustose abiure a cancellarle. Con l’aggravante di una miseria morale senza precedenti”.