“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Draghi: “Italia deve avere ruolo guida in Europa nella lotta alle mafie”

“Le cosche come quelle della ‘ndrangheta si sono diffuse nel Nord Italia, in Lombardia, in Piemonte, in Liguria, in Veneto, in Valle d’Aosta, in Trentino Aldo Adige. Qui si è radicata la ‘mafia imprenditrice’”.  Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza “Il ruolo della finanza nella lotta alla mafia”, in corso all’auditorium Gaber di Palazzo Pirelli a Milano per il trentennale della Direzione investigativa antimafia.

La mafia “si impossessa di aziende in difficolta’, si espande in nuovi settori, ricicla denaro sporco, rende inefficaci i servizi, danneggia l’ambiente”. Per questo “il contrasto alla criminalità organizzata non è solo necessario per la nostra sicurezza – ha concluso -, e’ fondamentale per costruire una società più giusta”.

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“Per sconfiggere le mafie, lo Stato deve essere più presente laddove le mafie provano a sostituirsi alle istituzioni. Per questo – ha aggiunto il premier  – dobbiamo migliorare i servizi, le reti di assistenza sociale”. Per questo “dobbiamo favorire l’occupazione, soprattutto tra i più giovani, creare opportunità, rafforzare i legami sociali, a partire dai contesti più marginali e svantaggiati. Sono obiettivi al centro dell’azione del Governo – ha assicurato -, in cima alle nostre priorità”.

“L’Italia deve avere un ruolo guida a livello europeo nella lotta alla criminalità organizzata. Le istituzioni si rafforzano anche tramite la collaborazione internazionale”. Secondo il presidente del Consiglio, “l’Italia può e deve avere un ruolo guida a livello europeo nella lotta alla criminalità organizzata. Siamo all’avanguardia nella legislazione antimafia e nella protezione dei testimoni e dei loro familiari, uno strumento fondamentale per la giustizia sin dai tempi del maxiprocesso. Lo ha riconosciuto il primo ministro olandese Mark Rutte in una sua recente visita a Roma, quando ha annunciato che i ministri olandesi verranno in Italia per imparare dai nostri esperti”.

“L’esperienza accumulata in tre decenni di lotta alle mafie – ha proseguito il presidente del Consiglio – ci ha dotato di strumenti sofisticati, dalle applicazioni piu’ varie. Le norme antimafia italiane possono essere un utile punto di riferimento nella discussione attualmente in corso a livello europeo sulla confisca dei beni degli oligarchi russi”.

Draghi ha poi ricordato che “questo mese, l’Italia ha siglato un nuovo protocollo che migliora il coordinamento tra Stati nella lotta alla criminalita’ informatica. Da un anno e’ operativa in 22 Stati membri la Procura europea che indaga su reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea – dai casi di frode al riciclaggio. La sua creazione e’ stata condivisa da questo Governo e corrisponde alla visione esposta da Falcone nell’audizione al Consiglio Superiore della Magistratura nel 1992. In quell’occasione auspico’ la creazione di un gruppo di lavoro di magistrati in grado di garantire un coordinamento effettivo tra Stati”. 

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