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Dare ascolto è già cura”: il Centro Calabrese di Solidarietà Ets celebra la Giornata contro le droghe con storie di rinascita e una comunità che accoglie

Una giornata densa di significato, emozioni forti, commozione e speranza. Così il Centro Calabrese di Solidarietà ETS ha scelto di celebrare la Giornata Internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, trasformando il Centro Polivalente “Maurizio Rossi” di Catanzaro in un luogo vivo di ascolto, condivisione e riconoscimento del valore della fragilità.

Anche quest’anno, il Centro Calabrese di Solidarietà ETS ha voluto vivere la “Giornata Mondiale Contro le Dipendenze” – istituita nel 1987 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per riaffermare l’obiettivo comune degli Stati membri di costruire una comunità internazionale libera dalla droga – in modo speciale.

Al cuore della manifestazione, la cerimonia delle graduazioni, in cui alcuni ospiti della comunità terapeutica Villa Emilia hanno raccontato il proprio cammino di rinascita: testimonianze vive del lavoro silenzioso e profondo che ogni giorno il Centro porta avanti.

Protagonisti cinque ospiti che, avendo concluso con esito positivo il percorso terapeutico, si sono presentati alle loro famiglie e alla società per condividere la gioia e la soddisfazione di aver tagliato il traguardo del cambiamento e della “rinascita”.

Le testimonianze di quattro uomini e una donna – due con un passato legato alla dipendenza da gioco d’azzardo, due da alcol e uno da sostanze – hanno emozionato i presenti. Racconti pronunciati con voce spezzata dalla commozione davanti a ospiti, familiari, volontari e operatori del Centro Calabrese di Solidarietà ETS.

Storie di cadute e di coraggio, di persone che hanno trovato forza gli uni negli altri e nel gruppo, dichiarando con emozione: «Il nostro traguardo è stato il gruppo, la nostra vittoria è stata la fiducia. Insieme, tutto si può».

Con loro, gli operatori che li hanno accompagnati nel percorso, ciascuno con un pezzo di verità da condividere.

Parole che hanno trovato eco nell’intervento della presidente del Centro, Isolina Mantelli, che ha commosso la platea con un discorso appassionato e lucido:

«Il Centro Calabrese di Solidarietà è un luogo che non cura solo la dipendenza. Qui ci prendiamo cura della fragilità. La fragilità non è un difetto, ma una possibilità. È la condizione attraverso cui l’essere umano può ritrovare sé stesso, chiedere aiuto, tornare a sentirsi parte di una comunità. In questi anni ho visto donne sopravvissute alla violenza, bambini segnati dalla solitudine, giovani caduti nella dipendenza, adulti smarriti. Ma ho visto anche che, quando qualcuno li accoglie senza giudizio, quando si sentono ascoltati, possono cambiare. Possono diventare una versione nuova e più vera di sé stessi. Questo è il nostro compito: esserci. Senza clamore, ma con presenza e ascolto».

Un valore riconosciuto anche dal prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, intervenuto alla cerimonia:

«Le istituzioni da sole non bastano. Abbiamo bisogno di chi, come voi, riesce ad arrivare dove noi non possiamo. Le testimonianze che abbiamo ascoltato oggi sono la prova che il Centro Calabrese di Solidarietà svolge un ruolo cruciale sul territorio. Aiutate le persone a risollevarsi, a ritrovare dignità, speranza, senso. E lo fate con passione, con competenza, con umanità. Noi, come prefettura, ci siamo. Abbiamo avviato tavoli tecnici, coinvolto le forze dell’ordine, le associazioni di categoria, i Comuni. Ma è con la rete, con l’alleanza tra istituzioni e realtà come la vostra, che possiamo davvero prevenire e contrastare le dipendenze. E dobbiamo agire non solo sull’offerta, ma sulla domanda: combattere gli spacciatori, certo, ma anche aiutare chi ha bisogno, chi chiede aiuto. E voi questo lo fate ogni giorno».

La manifestazione è proseguita con lo spettacolo “Oltre la maschera” e la performance “Onde di speranze”, curate dai ragazzi della comunità in collaborazione con Ilaria Badolato della Pastorale Giovanile Diocesana. Un momento intenso e vibrante, dove musica, teatro e parola hanno dato voce al desiderio di cambiamento.

Il messaggio emerso con forza è uno: guarire è possibile. Ma solo se si è accompagnati, se si è ascoltati, se si è amati. Il Centro Calabrese di Solidarietà ETS è tutto questo. Ed è, ogni giorno, una casa aperta per chi vuole ricominciare.

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