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Pino Benedetto a Reggina Talk: “Chi vuole prendere in mano la squadra, non dovrebbe avere la proprietà del Sant’Agata”

di Paolo Ficara – Centro sportivo al centro dell’attenzione. Con il bando per l’assegnazione del Sant’Agata ormai quasi pronto, siamo andati a trovare chi il Sant’Agata lo ha ideato e costruito. Pino Benedetto, da presidente della Reggina, a fine anni ’80 realizzò quello che si sarebbe rivelato il fulcro dei successi per gli amaranto. Alla sua creatura, ha sempre dimostrato di essere rimasto affezionato. L’ultima volta, lo scorso febbraio. Quando all’Odeon, promosse l’idea di una fondazione apposita per la gestione della struttura di via delle Industrie.

In uno speciale Reggina Talk che potrete trovare sul canale Youtube di Reggio Più, lo storico presidente analizza le vicende che stanno per portare al bando: “Ho letto della redazione del bando. Sono onestamente sconfortato, non so se ridere o piangere. La metodologia di Appiano Gentile, dove una fondazione gestisce il centro sportivo a vantaggio dell’Inter, è quella che mi ero permesso di consigliare alla politica. A tutta la politica”.

“Il centro sportivo deve essere spostato come proprietà, e rimanere nel pubblico. Con una fondazione che lo svuoti di quella caratteristica privatistica. E permetta poi alla squadra che rappresenta la città, di utilizzarlo senza costi – aggiunge Benedetto a Reggina Talk – Nell’arco della sua esistenza, una squadra può avere dei momenti in cui non può gestire il centro sportivo. Che però, dopo quasi 40 anni, è ancora oggi la matrice del successo sportivo”.

“Tutti sanno chi vincerà il bando”. Questa è una esclamazione del presidente Benedetto, connessa al seguente concetto espresso in un momento nel quale la registrazione era ferma, e dunque non presente nel video su Reggio Più: “Chi propone un project ha fatto l’investimento progettuale ed ha già una prelazione, per legge. Si tratta di un vantaggio corretto. Mi riferisco solo alla scelta politica”.

Il presidente Benedetto va nel cuore del problema: “Ma che cosa succederà dopo? Anche perché non sono persone che hanno definito un vincolo di sangue con la Reggina. Anzi, sembra che abbiano obiettivi diversi. Se queste persone vogliono prendere in mano la Reggina, non dovrebbero avere la proprietà del centro sportivo. Non lo devono confondere con la Reggina. La struttura è un mezzo, come lo stadio”.

“Liberiamo il centro sportivo a favore di chi rappresenta la società. Ma il costo deve a carico di una fondazione tra cittadini, senza scopo di lucro. Nessuno mi convince che un domani, non si continui con quel malvezzo del calcio fatto per motivi di lucro, anziché per far crescere i ragazzi. E questo non va bene, in una città di morti di fame, come Reggio Calabria – sottolinea Pino Benedetto – Abbiamo visto anche alla Reggina episodi spiacevoli, negli anni scorsi. Con giocatori invitati a Reggio, i cui padri dovevano pagare le rette. L’interesse piccolo, spesso vince. Ultimamente, il male vince sempre sul bene”.

In basso l’intervista completa, con ulteriori punzecchiature finali.

 

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