“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Il centrodestra: “Vogliamo portare la città di Reggio Calabria al voto nel maggio 2023”

di Walter Alberio – “Il nostro obiettivo è portare la città a elezioni a maggio 2023”. I consiglieri comunali di centrodestra rompono il silenzio e tornano all’attacco dopo la conferma della condanna in appello per il caso “Miramare” del sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà e della sua ex giunta. Lo hanno fatto in conferenza stampa a Palazzo San Giorgio, prima della odierna seduta in Consiglio comunale.
Per effetto della legge “Severino”, nel cosiddetto “secondo tempo” il primo cittadino di centrosinistra rimarrà in panchina per altri 12 mesi, ma i consiglieri di minoranza non vogliono attendere oltre ed evocano il ritorno alle urne. Come? “Stiamo valutando di mettere in campo azioni pesanti”, ha specificato il capogruppo di Forza Italia, Federico Milia. Non si tratta delle “dimissioni di massa” dal notaio paventate all’indomani dell’indagine sui presunti brogli elettorali, bensì “di una battaglia all’interno delle istituzioni – aggiunge l’esponente azzurro – per svegliare le coscienze”.
Il centrodestra torna dunque a chiedere le dimissioni della Giunta, perché “il problema non è tanto giudiziario, ma politico”.
Tuttavia, i consiglieri comunali Massimo Ripepi e Nino Minicuci hanno incalzato l’amministrazione sulla “violazione del Codice etico”: “Hanno preso un impegno con tutti i cittadini, promettendo le dimissioni in caso di rinvio a giudizio. Ma il sindaco non è andato via né alla prima né alla seconda condanna”.
“È complicato capire le ragioni che hanno spinto Falcomata a ricandidarsi quando sapeva che sarebbe stato condannato, vista la sentenza su un suo ex assessore”, è il commento dell’esponente della Lega. “Ha deciso di lasciare la città senza guida. Siamo in un momento difficile: bisogna spendere i soldi del Pnrr, che potrebbero rilanciare la città”.
“Non siamo assolutamente disposti a resistere alla fabbrica di bugie ed illusioni. Utilizzeremo tutti gli strumenti per andare al voto a maggio. Lo faremo sul territorio e attraverso i partiti nazionali”, ha detto il consigliere Massimo Ripepi, sventolando le motivazioni della sentenza di primo grado sul Caso Miramare. “In queste pagine è scritto il modus operandi di Falcomatà. E mentre la città è bersagliata da multe, loro non rispondono nemmeno al loro Codice etico”, ha detto Ripepi, chiedendo di togliere le deleghe Anci a Falcomatà.
Sulla stessa lunghezza d’onda, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Demetrio Marino: “Non attenderemo rientro del sindaco. In Italia c’è un solo sindaco sospeso che non si è dimesso. Dobbiamo tornare alle urne, ce lo chiede la città”.
Mozione di sfiducia o manifestazioni in piazza? Non è chiara la strategia politica della minoranza per realizzare le proprie intenzioni. Scartata l’ipotesi delle dimissioni di massa (“Non abbiamo i numeri” per fare cadere il governo cittadino), il centrodestra sembrerebbe volere fare leva sul reale e concreto malcontento dei cittadini, trovando sponda nei partiti nazionali. Sullo sfondo non rimane che questo gioco delle parti, dove sostanzialmente tutto rimane abbastanza immutato.
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