Un’operazione dei Carabinieri, che ha coinvolto le province di Crotone e Milano, ha portato a sette arresti, di cui cinque in carcere e due agli arresti domiciliari, con l’accusa di aver favorito la latitanza di due importanti affiliati alla ‘Ndrangheta. L’inchiesta, condotta sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro, ha fatto luce su una rete di fiancheggiatori legata al “Locale di Cirò”, una delle cosche più attive nel Crotonese.
Le indagini hanno ricostruito il supporto logistico fornito a due latitanti, un 43enne e un 52enne originari di Cirò Marina, entrambi coinvolti nell’operazione Stige, che nel 2021 aveva portato a una serie di arresti per associazione mafiosa. I due latitanti, condannati a pene significative (tre anni e 25 giorni per il primo, cinque anni e 11 mesi per il secondo), erano riusciti a sottrarsi all’esecuzione della loro condanna grazie all’aiuto di una rete di complicità. Gli arrestati sono accusati di aver attivamente supportato la loro fuga, consegnando loro telefoni cellulari e schede SIM a loro intestate, e favorendo, così, la loro evasione dalle indagini e dalle forze dell’ordine.
L’operazione è stata il risultato di un lungo lavoro investigativo condotto dai militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Crotone, che ha permesso di documentare l’attività illecita di questi fiancheggiatori tra il luglio e il novembre 2024. Il modus operandi dei coinvolti ha messo in evidenza l’efficacia con cui la criminalità organizzata riesce a mantenere operativi i propri affiliati, anche quando questi si trovano sotto il radar della giustizia.
L’operazione ha segnato un altro successo nella lotta alla ‘Ndrangheta, mettendo a segno un colpo importante contro il clan di Cirò Marina. Le indagini hanno anche dimostrato la capacità della cosca di operare trasversalmente su più territori, da Crotone a Milano, allargando la sua rete di supporto e creando un sistema che ha permesso ai latitanti di continuare a eludere le forze di polizia.
Gli arresti di oggi testimoniano il continuo impegno delle forze dell’ordine e della magistratura nel contrastare la criminalità organizzata e nel mettere sotto pressione i gruppi mafiosi che ancora oggi controllano vaste aree del Sud Italia. L’operazione Stige e la successiva azione di supporto investigativo confermano come la ‘Ndrangheta, pur subendo colpi significativi, mantenga ancora una struttura solida e capillare in grado di agire con grande discrezione, anche a distanza di anni dalle condanne.
