L’edizione 2023 de Il Maggio dei Libri ha compreso, nell’ambito delle iniziative organizzate dal Club per l’UNESCO e dall’APS MedEXperience guidati da Maria Loscrì, un appuntamento indimenticabile, per gli studenti del liceo scientifico “Berto” di Vibo Valentia.
Nel dialogo condotto brillantemente dalla Dirigente scolastica Licia Bevilacqua, infatti, il sociologo Ercole Giap Parini, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali UNICAL, è entrato negli aspetti più intimi e profondi della vita, dell’opera, dell’impegno pubblico di Pierpaolo Pasolini, coinvolgendo i presenti in una tanto appassionata quanto proficua lezione sui generis su uno degli autori più controversi del secolo scorso, nel suo essere plurale, apocalittico, corsaro.
Partendo dalla considerazione che la letteratura entra nelle nostre vite anche se non siamo accaniti lettori; che essa ci appartiene e noi le apparteniamo; che la letteratura ispira i nostri comportamenti sociali in quanto pozzo semantico che tutti possiamo utilizzare, fornendo gli script che orientano il nostro modo di comportarci, Giap Parini ha evidenziato come i grandi geni del passato, come ad esempio Leonardo da Vinci, furono scienziati e artisti, al contempo, e che le loro opere sono intrise e intimamente pervase di tutta questa conoscenza, globale, unitaria, sistemica, che si esprime ora in un quadro, ora in una scultura o in un testo letterario o in una rappresentazione teatrale, ora in una macchina innovativa o in uno spartito inedito.
Ecco perché un sociologo dei nostri giorni si occupa di letteratura, per quell’esigenza di (ri)scoprire una verità artistica, per dirla con Sciascia, che sta nella capacità di rimettere insieme le parti.
Pasolini aveva bisogno di essere tante cose, di fare esperienze nel mondo per poi poter restituire sotto forme e in dimensioni diverse, quanto vissuto e assimilato. Fu, infatti, oltre che poeta, regista, sceneggiatore, cineasta, linguista, traduttore, saggista, anche pittore, profondo conoscitore delle tecniche dei pittori classici, ma convinto dell’idea di volerle superare.
Pasolini fu uomo e artista a tutto tondo rispettato da tutti, ma amato da pochi, non solo per essere stato omosessuale irriverente per i suoi tempi, e non solo, quanto per la sua concezione del potere visto come occulto, come forma di controllo delle persone, a volte inibente, spesso violento.
L’Italia dei tempi era un paese che stava cambiando in senso consumistico, enfatizzando i diritti civili, ma dimenticando, troppo spesso, i diritti sociali e dimenticando, soprattutto, gli ultimi, il Riccetto che, in “Ragazzi di vita”, è il tipo di persona lasciata ai margini di una società che tende a massificarsi, perdendo lo spirito di gruppo e di comunità e producendo, piuttosto, “non luoghi”, privi di anima, di storia, di tradizione, che sono uguali a sé stessi in tutto il mondo e che vengono ben rappresentati, in Pasoli, grazie alla metafora delle lucciole.
Pasolini non ci fornisce risposte ma, al contrario, introduce il tarlo del dubbio facendo della nota dominante della sua esistenza, lo strazio, anche la ragione della sua vita, personale ancor prima che artistica, e poi della sua morte.
“Campioni di lettura è il titolo con il quale il Cepell ha approvato la serie di eventi che abbiamo voluto organizzare per l’edizione di quest’anno, in occasione de Il Maggio dei Libri”, dichiara Maria Loscrì, presidente di entrambi i sodalizi promotori delle manifestazioni realizzate a Vibo Valentia, “e siamo certi che l’incontro con Ercole Giap Parini, nella sua narrazione su Pierpaolo Pasolini, fatta fuori dagli schemi tipici della didattica frontale, abbia inciso in modo profondo nella formazione, umana, ancor prima che scolastica, dei giovani studenti del liceo scientifico Berto.
Leggere per comprendere e decodificare il passato significa avere consapevolezza chiara del presente, ma anche uno sguardo vigile e attento rivolto al futuro”, conclude la Presidente Loscrì.