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Blitz anti-‘ndrangheta a Milano, i pm: “Pericolo di fuga concreto per i 13 fermati, informati da ispettore Dia su esistenza indagine”

Per i 13 fermati nell’inchiesta contro la ‘ndrangheta messa a segno dalla Guardia di finanza di Milano e di Pavia emerge un pericolo di fuga concreto: sono state “captate diverse conversazioni” in cui gli indagati “hanno consapevolezza dell’esistenza di un’attività di indagine a loro carico, essendo state scoperte peraltro diverse microspie nel corso delle investigazioni; hanno la possibilità di procurarsi continue informazioni sullo stato dell’indagine e sull’eventuale emissione di provvedimenti restrittivi; in tale contesto si inserisce la figura di un ispettore in servizio presso la Dia di Milano, che ha fornito diverse informazioni” si legge nel dispositivo di fermo – di oltre 400 pagine – firmato dai pm di Milano Gianluca Prisco e Andrea Zanoncelli e dal sostituto di Pavia Andrea Zanoncelli nei confronti, tra gli altri, di Davide Flachi figlio del boss Pepé, dei suoi cugini Massimiliano Batti e Santo Crea, dell’ex ‘naufrago’ dell’Isola dei Famosi Franco Terlizzi. Diverse delle persone fermate hanno precedenti anche specifici, in un’associazione in cui “l’attività di traffico e spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana) viene effettuata con stabilità” e dove l’organizzazione “di per sé pericolosa, è dotata di armi e munizioni”.

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