“Viandante non c'è via, la via si fa con l’andare” - Antonio Machado
HomeCalcioReggina: l'iscrizione, il ripescaggio ed il rispetto verso la città

Reggina: l’iscrizione, il ripescaggio ed il rispetto verso la città

di Paolo Ficara – Ripescaggio sì, ripescaggio no. I termini per la presentazione delle iscrizioni in Serie C, sono scaduti alle 23:59 del 6 giugno. Di certo c’è, al momento, solo la possibilità di una riammissione per una delle retrocesse sul campo dalla C alla D. La causa scatenante è data dalla mancata presentazione della Lucchese di ogni tipo di domanda di iscrizione: una non notizia, dato che già dal 29 maggio il Tribunale di Lucca aveva revocato l’esercizio provvisorio, in seguito alla dichiarazione di liquidazione giudiziale.

Non è chiaro se il medesimo effetto venga prodotto dal Brescia. Più no che sì. Nel senso che, essendo sub iudice la posizione del club lombardo dopo una penalizzazione subita in primo grado, avrebbe avuto tempo fino al prossimo 24 giugno per presentare la fidejussione. Avrebbe. Ma il presidente Massimo Cellino ha di fatto staccato la spina, non versando le somme necessarie a coprire le adempienze federali. Brescia out, ma ad oggi non è chiaro se il posto vacante verrà colmato tramite riammissione o ripescaggio.

Al netto della Lucchese e col dubbio sul Brescia, in teoria alla Reggina – e a chi vorrebbe vederla in Serie C- necessiterebbero cinque iscrizioni bocciate dalla Covisoc. Ossia altre quattro oltre a quella della Spal, che ha già alzato le mani. Il Ravenna, si sa, è secondo nella graduatoria dei ripescaggi. Occupa la casella riservata a chi ha il miglior coefficiente, tra le vincenti dei playoff nei vari gironi di Serie D. Se il Ravenna non esistesse, o decidesse d’improvviso di iscriversi al campionato kenyota, al secondo posto ci sarebbe la Reggina.

La Covisoc fornirà i propri responsi entro il 13 giugno. Chi si vedrà bocciare la domanda d’iscrizione, potrà depositare ricorso entro il 17 giugno. Il 19 giugno, il Consiglio Federale già convocato ad hoc si esprimerà alla stregua dell’Antica Roma, con il pollice verso i gladiatori. Dopodiché, ci sarà tempo fino al 18 luglio per depositare la domanda di ripescaggio, corredata da un fondo perduto di 300.000 euro, un assegno da 100.000 euro per l’iscrizione, più una fidejussione di 350.000 euro se i tesserati risulteranno saldati almeno fino a maggio. Altrimenti, quell’importo raddoppierebbe. E nel frattempo si salda, vivaddio, almeno aprile.

La Reggina dovrà in ogni caso presentare domanda di ripescaggio, e spieghiamo il motivo.

Non è sicuramente il caso del Ravenna, dotato – buon per essa – di una proprietà solida e già rispettata nel mondo del calcio. Ma lo stadio “Benelli” dovrà risultare a norma, durante i controlli. Qualora una sola fila di seggiolini non risultasse conforme alle disposizioni, il Ravenna si vedrebbe bocciare la propria domanda di ripescaggio. Al 99,999%, non è il caso del “Benelli”. Con la medesima percentuale, non può capitare che un fulmine incenerisca in un colpo solo il sistema di videosorveglianza dello stadio, la notte prima dell’ispezione.

Non stiamo augurando il male al Ravenna. Stiamo ragionando per come si è ragionato in casa Reggina, dopo l’1-2 rimediato in casa contro il Siracusa: non succede che non succede, ma se succede noi dobbiamo essere presenti. La logica non cambia. Come la Reggina si è impegnata a vincere tutte le partite, sperando che il Siracusa perdesse i punti necessari per strada, allo stesso modo la Reggina deve assolutamente ed indiscutibilmente presentare la propria domanda di ripescaggio. Anche sapendo di partire dalle retrovie. Con 750.000 euro già belle e pronte, al netto di eventuali – facciamo finta di non sapere, non sentire e non vedere – pendenze con i tesserati.

Sul tema ripescaggio, a Reggio, nonostante sia chiaro da febbraio che si tratti del principale strumento per poter tirare fuori – nell’immediato – l’ex squadra di Nakamura e Pirlo dal dilettantismo, non abbiamo fin qui registrato nemmeno la metà degli strali dedicati ad altri “temi”. C’è stata prima la campagna mediatica su inesistenti quanto indimostrabili marachelle pro domo propria del Siracusa; poi su un presunto quanto farneticante disimpegno della Vibonese proprio al “De Simone”. Sul tema ripescaggio, ci saremmo attesi maggiori inviti quantomeno alla curiosità.

La Reggina è il club più blasonato della Serie D. Una società che in due anni non ha avuto la capacità calcistica di vincere il campionato, ha l’obbligo economico – a questo punto – di iscrivere immediatamente la squadra alla categoria di appartenenza. Immediatamente significa subito. Lunedì. Al massimo martedì, dato che sono aperti i termini. Senza aspettare il 10 o l’11 luglio. Dopodiché allo stesso modo, già il giorno dopo rispetto al Consiglio Federale del 19 giugno, sarebbe corretto nei confronti di chi ha visto al “Granillo” gente come Shevchenko o Zidane, depositare la domanda di ripescaggio. Completa in ognuno dei propri punti. Ed a prescindere dal fatto che i posti disponibili siano due, piuttosto che cinque oppure otto. Se il Ravenna firma con la penna rossa anziché con la penna blu, la Reggina deve essere presente in ogni caso.

Poi ci sarebbe da argomentare su temi tecnici. Ossia l’allestimento di una squadra che, ad oggi, dovrebbe prepararsi a primeggiare in Serie D. Oppure, tra qualche settimana, a dover quantomeno ben figurare in Serie C. Tanto ormai, abbiamo capito che quel business plan è più o meno come il primo libro di Francesco Totti. Ma questi sarebbero discorsi per una società seria.

Articoli Correlati