Una grande partecipazione per l’Ottava edizione del congresso di Reumatologia pediatrica in Calabria, che si è tenuto nella Casa delle Culture – Palazzo della Provincia, a Catanzaro, richiamando medici, studiosi, professionisti da tutta Italia (85 anche i partecipanti collegati in remoto), grazie alla determinazione e all’impegno della presidente del congresso, la dottoressa Maria Cirillo.
“Ritengo che le tematiche affrontare abbiano contribuito a chiarire aspetti ancora controversi in quest’ambito e gettato le basi per approcci sempre più mirati nella gestione delle patologie reumatologiche – ha detto la dottoressa Cirillo ringraziando relatori, presenti e anche l’agenzia “Present&Future” che ha curato l’organizzazione -. Le patologie reumatologiche pediatriche, i nuovi scenari legati al covid, le novità sulle patologie auto-infiammatorie, sono temi di grande interesse per il pediatra e per tutti noi medici ,impegnati nel quotidiano sforzo di riuscire con il proprio lavoro a dare risposte a chi si affida alle nostre cure”
Momenti di riflessione, approfondimento, confronto, ma anche emozionali. Come quelli conseguenti alla lettura magistrale del dottor Giuseppe Raiola, direttore SOC Pediatria dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” che già aveva commosso la platea in apertura di congresso ricordando la figura dell’avvocato Pino Iannello, grande amico, scomparso qualche giorno fa. Ricordi, “disordinati appunti di vita” della sua personale, che si intrecciano con la nostra e ci restituiscono uno spaccato che parla di solidarietà e grande amore nei bambini, che hanno fatto del dottore Raiola un importante riferimento professionale e umano ad ogni livello territoriale. Tanto da diventare anche, nel febbraio 2022, presidente del Comitato Unicef Calabria. La relazione sul tema “What’s happen” è stata introdotta da un breve filmato che contiene immagini di oltre 40 anni, in cui vengono sintetizzati eventi del percorso professionale e umano di Raiola: dal massacro nel quartiere di Sabra e del campo profughi di Shatilia, in Libano nel 1982, alla guerra in Afghanistan, fino alla guerra nel Golfo, gli sbarchi dei migranti, la missione a Lampedusa, fino all’accoglienza dei piccoli profughi ucraini. Il comune denominatore di queste pagine di storia è sempre e comunque la cura dei più piccoli. “Dovremmo fare in modo che il nostro sdegno non si esaurisca – ha detto Raiola –, dovremmo fare in modo che finalmente venga aperta una porticina a tutti questi piccoli figli, anche se con un colore della pelle ed un Dio differente, bimbi che quotidianamente bussano alle nostre coscienze solo per acquisire il diritto di vivere, di acquisire il diritto di cittadinanza umana”.
A sostenere l’importanza del congresso in reumatologia pediatrica come momento di studio e confronto, la dottoressa Daniela Concolino, direttrice della scuola di specializzazione in Pediatria dell’Università Magna Graecia.
“Oggi assistiamo a tante malattie che sono croniche, durano per molto tempo essendosi ridotte quelle che sono le problematiche delle patologie acute: i numeri dei bambini diminuiscono mentre i numeri dei pazienti che vanno avanti con patologie croniche tende ad aumentare – ha affermato Concolino –. Eventi di confronto come questo sono fondamentali nel momento in cui veniamo a contatto con aspetti di ricerca che ci arrivano dal mondo e questi possono essere disponibili al paziente nel senso che ci servono sempre di più per migliorare l’aspetto di cura di questa malattia”. Diminuiscono i bambini, e diminuiscono anche i pediatri. “E’ questo il reale dramma per i nostri bambini – ha affermato ancora – la direttrice della scuola di specializzazione in Pediatria dell’Università Magna Graecia – una delle problematiche più grosse è proprio dovuta al fatto che non ci sono pediatri. In questo periodo di pandemia abbiamo visto come è stato difficile trovare medici, e pediatri ancora di più. Per questo chiedo che si potenzino le scuole di specializzazione e che nella nostra regione, in qualche modo, si possano considerare un bene prioritario, affinché possiamo garantire l’assistenza minima”.
La dottoressa Antonella Insalaco, che opera nell’ospedale pediatrico “Bambin Gesù” di Roma” ha sottolineato come “la reumatologia pediatrica è in continua espansione, ci sono sempre nuove malattie che vengono scoperte soprattutto nel campo delle patologie auto-infiammatorie. Il compito di chi come noi lavora in grossi ospedali, poiché entriamo in contatto con casistiche maggiori, è proprio quella di portare e condividere la nostra esperienza per fare in modo che queste patologie vengano riconosciute e quindi identificate per assicurare una migliore qualità di vita ai bambini che si affidano alle nostre cure”. “Il nostro compito – ha concluso la dottoressa Insalaco – è assicurare ad ogni bambino di essere curato al meglio a casa propria: i viaggi della speranza devono finire, e devo dire stanno finendo perché le competenze acquisite in questo campo anche nei territori più periferici dell’Italia stanno diventando importanti”.
Tra gli autorevoli relatori presenti anche il professor Angelo Ravelli, tra i più noti reumatologi a livello internazionale, dal 2016 direttore della U.O.C. Clinica Pediatrica e Reumatologia del Gaslini, per 10 anni unico in Italia per la Reumatologia e unico in Europa per la Reumatologia Pediatrica. Ravelli è stato recentemente protagonista, in ambito internazionale, della discussione sulle cause della sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica simil-Kawasaki associata all’infezione da SARS-CoV. “Il problema più importante che la reumatologia pediatrica si è trovata ad affrontare durante la pandemia è stata la Sindrome infiammatoria Multisistemica che ha colpito un buon numero di bambini e di adolescenti in tutto il territorio nazionale – ha spiegato -. I primi episodi sono stati osservati proprio in Italia, il primo paese occidentale ad essere colpito. Sono stato proprio io nella mia veste di segretario nazionale del gruppo di studi di reumatologia pediatrica a dare l’allarme sulla comparsa di questa condizione, molto seria, che in alcuni casi ha causato sofferenza del cuore e ha portato a ricoveri in terapia intensiva. Incontri di questo tipo sono importanti proprio perché consentono analisi e valutazioni come in questo caso abbiamo: su questa forma infiammatoria si sono aperti per la prima volta scenari importanti di studio”.
Per il professor Giovanni Matera, docente di microbiologia e malattie infettive all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro “il congresso è stata una interessante occasione di confronto. La mia relazione ha voluto fornire uno spunto nuovo, diverso, per far capire che la presenza di parassiti ma anche di batteri non funziona soltanto come un fatto di tipo inibente, ma a volte può essere d’aiuto all’ospite perché si possono curare delle malattie allergiche. Lo sviluppo socio economico degli ultimi cento anni – ha spiegato – ha portato sì ad un miglioramento delle condizioni generali, ma ha portato anche un aumento delle reazioni allergiche atopiche delle malattie degenerative, come ad esempio l’intestino irritabile. Evidentemente, i parassiti e anche alcuni batteri, sono in grado di indurre queste reazioni allergiche, ma siamo alla ricerca di eventuali molecole che da sole possono essere utilizzate per inibire le reazioni allergiche”.
Tra gli argomenti trattati nella seconda giornata di studi anche l’impatto del Covid-19 sulla sindrome Pandas-Pans, acronimi che definiscono alcune malattie neuropsichiatriche autoimmuni pediatriche. Si sa ancora poco di queste malattie, se ne parla grazie alla forza di alcuni genitori e all’impegno dei medici che anche in Italia se ne occupano. Tra questi la professoressa Fernanda Falcini, da decenni in prima linea nello studio di queste patologie che ha fatto dell’aiuto ai bambini e alle loro famiglie la sua ragione di vita. I suoi studi hanno aggiunto tasselli fondamentali nella ricerca sulla malattia a livello mondiale. Cosa vuol dire Pandas-Pans “Encefalite autoimmune postinfettiva, è questa la moderna definizione della sindrome Pandas-Pans, acronimi del nome inglese della malattia – spiega Falcini, una dei maggiori esperti italiani della malattia – si tratta di una patologia autoimmune di cui l’agente scatenante, nella maggior parte dei casi, è lo streptococco. E’ fondamentale che la diagnosi sia il più precoce possibile in modo che l’immediato intervento con le cure possa bloccare subito la malattia. Naturalmente il medico deve saper riconoscere questa sindrome”. Tra i sintomi c’è l’esordio precoce di tic motori o vocali. Per questo, “spesso i medici che vedono questi bambini trovano le cause di queste anomalie nell’ambiente familiare, a volte spiegano questi atteggiamenti con la gelosia per i fratelli, ad esempio – spiega ancora la professoressa -. E i bimbi vengono mandati da un neurologo o dallo psicologo, ritardando così, involontariamente, la diagnosi corretta”. “La Pandas-Pans – ci dice l’esperta – si cura con una terapia antibiotica e poi la profilassi va fatta con la penicillina come una qualsiasi malattia reumatica. Solo nei casi più gravi si deve intervenire con le immunoglobuline”.