Nella Casa del Popolo «Ruggero Condò», organizzato dall’ANPI e dal Movimento per la Rinascita Comunista, si è svolto un incontro che ha voluto ricordare il «Manifesto del Partito Comunista» di Karl Marx e Friedrich Engels nello stesso giorno (21 febbraio) della sua prima pubblicazione, avvenuta a Londra nel 1848. Dopo i saluti istituzionali di Maria Lucia Parisi, Presidente dell’ANPI-Condò e dell’avv. Lorenzo Fascì, della segreteria nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista, hanno preso la parola i tre relatori. Il prof. Gianfranco Cordì ha raccontato degli spettri e dei demoni che, a suo tempo, hanno contornato la vicenda di quello che è stato definito «Il più importante documento politico della storia». Con uno spettro – quello che «si aggira per l’Europa» – si apre proprio il «Manifesto»; mentre i demoni sono quelli che l’Apprendista Stregone della poesia omonima di Goethe suscita, ma non riesce più a domare: la borghesia fa nascere, al suo stesso interno, il proprio becchino: il proletariato. Il prof. Maurizio Panzera, durante il suo intervento, ha aggiunto che i punti più importanti del «Manifesto» sono: l’internazionalismo della lotta operaia (da non combattere più in un paese solo) e i temi dello sfruttamento. Lo stesso Marx a un certo punto aveva scritto: «Il comunismo non toglie a nessuno la facoltà di appropriarsi dei prodotti sociali, ma toglie solo la facoltà di giovarsi di tale appropriazione per assoggettare il lavoro altrui». L’intervento del prof. Alberto Burgio, invece, si è più incentrato sull’attualità del «Manifesto». «L’impianto concettuale che lo sorregge ha dimostrato, a distanza di quasi due secoli, di essere ancora valido nei suoi capisaldi fondamentali a partire dall’affermazione che nella società capitalistica tutto è merce» ha detto Burgio. Ha preso poi la parola il dott. Ascanio Bernardeschi che si è detto molto contento che, in tempi non precisamente favorevoli al marxismo, ci siano iniziative del genere che portano ancora avanti «Un certo tipo di discorso» che non ha mai perso la sua rilevanza. Significativi sono stati anche gli interventi da parte del folto pubblico, presente all’iniziativa. Si è evidenziata da più parti la necessità di una riflessione teorica, oggi, a livello analitico potente come quella di Marx ed Engels. L’incontro ha costituito, anche, l’occasione per fare il punto su quello che potrebbe essere un nuovo Partito Comunista, oggi. L’ipotesi di lavoro che si è messa sul tappeto è stata: se fossero oggi vivi Marx ed Engels che tipo di «Manifesto» scriverebbero? Il prof. Burgio ha affermato: «Il fatto che oggi ci troviamo in Italia un governo di estrema destra è la conseguenza più evidente del fatto che non c’è più un “grande Partito Comunista”». In questo senso si è fatto riferimento al fatto che, negli anni Settanta, un incontro simile a questo, anche in una città come Reggio Calabria, avrebbe mosso centinaia di persone. L’attuale assenza dei comunisti dal panorama politico, indica invece, anche la fine di una atmosfera culturale, di un punto di vista forte sulle cose, di un modello interpretativo della realtà in grado di sviscerare le contraddizioni del presente. L’attualità del «Manifesto» di Marx ed Engels è, dunque, quella di rappresentare, ancora oggi, un punto di riferimento per chi sta cercando di formare la propria coscienza politica. In anni di pensiero debole e di crisi dei fondamenti, un neonato Partito Comunista potrebbe rappresentare la necessità di andare oltre il capitalismo e tutti i suoi mali. E anche la rinascita di una cultura nella quale da una parte gli intellettuali e dall’altra la gente comune si univano a formare una «egemonia» socio-politica nella società.
Insomma le linee di ricerca aperte dal convegno organizzato emblematicamente proprio il «21 febbraio» sono state tante.
Significativamente nel mese di settembre il «Movimento per la Rinascita Comunista» aveva organizzato la presentazione del Primo Volume del «Capitale» di Karl Marx in presenza del curatore dell’edizione Einaudi, Roberto Fineschi e con il patrocinio della stessa casa editrice torinese.
I comunisti sono dunque pronti, con la piena riaffermazione dei principi e dei valori contenuti nel Manifesto del Partito Comunista del 1848 che rappresenta uno strumento fondamentale per chiunque intenda battersi per il cambiamento e la trasformazione della società.