“Se non siamo audaci, il che non è sinonimo di irresponsabili, se non siamo terribilmente audaci con i nostri sogni e non crediamo in loro fino a renderli realtà, allora i nostri sogni appassiscono, muoiono, e noi con loro” - Luis Sepúlveda
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‘Ndrangheta a Milano, sequestrati beni per 5,5 mln di euro

La Dia ha eseguito un provvedimento cautelare agli arresti domiciliari, emesso dal gip di Milano su richiesta della Dda, nei confronti di un uomo, di origini calabresi e residente in provincia di Milano, accusato di trasferimento fraudolento di beni e valori. Secondo quanto riferito in una nota dalla Dia, è in corso il “sequestro preventivo di 4 complessi aziendali, immobili e conti correnti per un valore complessivo di oltre 5,5 milioni di euro”. L’indagato, secondo quanto riferito, è stato in passato condannato per traffico di stupefacenti e associazione mafiosa ed è riuscito a operare anche quale subappaltatore e subfornitore aggirando la normativa antimafia di settore.

Una delle società riconducibili a Pietro Paolo Portolesi, 53enne presunto affiliato alla ‘Ndrangheta, si sarebbe infiltrata come “sito di conferimento delle macerie” nei lavori “oggi in corso di esecuzione all’interno del cantiere per la realizzazione (anche) del villaggio olimpico per i Giochi invernali dell’anno 2026”, ossia per le “opere connesse alla riqualificazione dello scalo ferroviario di Milano-Porta Romana”. Lo si legge nell’ordinanza firmata dal gip Anna Calabi, su richiesta del pm Silvia Bonardi.

Nel provvedimento di oltre 140 pagine il gip “segnala” la “presenza” della Legnano Ecoter, una delle quattro imprese riconducibili a Portolesi (sono state sequestrate le quote societarie), “quale sito di conferimento delle macerie derivanti dai lavori oggi in corso di esecuzione all’interno del cantiere per la realizzazione (anche) del villaggio olimpico” nella zona dello scalo ferroviario Porta Romana e che “riguardano la demolizione e la bonifica di preesistenti strutture delle Ferrovie dello Stato”. Portolesi, residente nel Milanese e originario della Calabria, stando alle indagini coordinate dalla Dda guidata dall’aggiunto Alessandro Dolci, è accusato di trasferimento fraudolento di beni e appropriazione indebita: formalmente risultava solo un autista di una delle imprese che avrebbe intestato a presunti ‘prestanome’, tra cui la figlia. Farebbe parte di una cosca della ‘Ndrangheta radicata a Volpiano, nel Torinese, e sarebbe stato pure “factotum” del presunto boss del narcotraffico Pasqualino Marando. Avrebbe operato nel settore edile-movimento terra, soprattutto per la raccolta di materiale demolito o di scarto, con le imprese Medi Opere, Legnano Ecoter, Handling Rose e Dismantle Eu. Sempre stando all’ordinanza, Portolesi sarebbe riuscito anche ad accaparrarsi un subappalto relativo a demolizioni nell’area dell’Ortomercato milanese e ad ‘entrare’, poi, nei cantieri della Tangenziale di Novara e in lavori di bonifica a Buccinasco, dove ormai da decenni è forte la presenza dei clan della ‘Ndrangheta.

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