“Anche quest’anno il distretto di Catanzaro si caratterizza nel panorama per la preponderanza di procedimenti contro l’attivita’ della criminalita’ organizzata e reati fine, con un elevato numero di imputati e capi d’imputazione, dando vita ai maxiprocessi. Procedimenti, pero’, che impegnano consistenti risorse mettendo in crisi l’organizzazione degli uffici territoriali, non dotati di mezzi sufficienti”.
Lo sottolinea il presidente facente funzioni della Corte d’appello di Catanzaro, Gabriella Reillo, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto. “La difficolta’ riscontrata maggiormente – prosegue Reillo – e’ quella di reperire giudici compatibili, scindendosi normalmente il procedimento in due tronconi ovvero ordinario e abbreviato. Tra questi c’e’ ovviamente il maxiprocesso ‘Rinascita-Scott’ con 345 imputati, di cui 130 sottoposti a misure cautelari, 341 capi d’imputazione e 188 parti offese davanti al collegio giudicante del Tribunale di Vibo Valentia. Nello stesso periodo e’ stato affrontato anche il processo ‘Petrolmafie’ nei confronti di 53 imputati”.
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Nella relazione Reillo specifica che “la Corte ha visto la pendenza di 29 maxiprocessi della Distrettuale antimafia di Catanzaro con detenuti in scadenza termini tra cui la tranche di ‘Rinascita Scott’ definita in primo grado col rito abbreviato nei confronti di 74 imputati. Anche nel settore penale, quindi, dati i carichi di lavoro del Distretto, il raggiungimento dell’obiettivo dell’abbattimento del disposition time, rimanda alla medesima parola d’ordine: risorse. Nel prossimo futuro l’impegno degli Uffici si prospetta inalterato perche’ i procedimenti iscritti nel 2023 per il reato del 416-bis sono in sensibile aumento: 83 rispetto ai 69 dell’anno precedente, cosi’ come – conclude il presidente ff della Corte d’appello di Catanzaro – e’ in aumento il numero delle iscrizioni per le estorsioni aggravate dal metodo mafioso o per per agevolare le cosche di ‘ndrangheta”.
“Sostanzialmente stazionario e’ il dato dei procedimenti iscritti per omicidio volontario, pari a 10 (nell’anno precedente erano 11) oltre ad una iscrizione per omicidio per lupara bianca avvenuta a Vibo Valentia. Va rilevata l’assenza di omicidi volontari nei circondari di Crotone e Lamezia Terme e il dato positivo che nel circondario di Vibo risulta come unico omicidio quello appena menzionato di lupara bianca, con inversione del trend negativo che aveva portato il tale circondario ad essere quello che registrava in Italia il maggior numero di delitti violenti contro la persona” – evidenza poi il presidente facente funzioni della Corte d’appello di Catanzaro.
“Anche quest’anno – prosegue la relazione – va espressa preoccupazione per il fatto che parte degli omicidi risultano essere stati commessi da soggetti affetti da patologie psichiatriche che sovente indirizzano la loro aggressivita’ nei confronti di familiari. Circostanza questa che pone in evidenzia il problema del funzionamento dei Centri di Salute Mentale, deputati, successivamente alla legge Basaglia, a seguire sul territorio detti soggetti ed a somministrargli le necessarie cure. In proposito la Corte di Appello sta contribuendo alla redazione di un protocollo di intesa con il Dipartimento di Salute Mentale, come piu’ dettagliatamente esplicitato nella trattazione dedicate alle Rems”.