“La libertà, Sancio, è uno dei doni più preziosi che i cieli dettero agli uomini… Quindi per la libertà come per l’onore si può e si deve rischiar la vita” - Cervantes – “Don Chisciotte”
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La storia di “Tenerè”: domani primo esito teatrale al TIP Teatro

Dopo un altro anno, l’ottavo consecutivo, di Cantiere Laboratorio Teatrale (KALT) al TIP Teatro, la compagnia Scenari Visibili, con la guida di Dario Natale, presenta i nuovi esiti dei laboratori tenuti con gli allievi dei diversi gruppi. Domani, venerdì 17 giugno, alle ore 19:00, presso il piccolo teatro di Via Aspromonte, si inizia con il gruppo dei più piccoli, in scena “Tenerè”.

«Quella di Tenerè – spiegano i ragazzi del TIP – è una lunga storia, da sempre tra i nostri libri preferiti e recentemente arrivato alla seconda edizione per i tipi della Sinnos editrice. Narra le avventure del giovane Matteo, alle prese con alcuni “imprevisti”, durante un viaggio di piacere con i genitori in Tunisia , in realtà l’incontro con un piccolo Fennec, Tenerè appunto, appena fuggito da una gabbia dello zoo di Tozeur, cambierà tutta la prospettiva vacanziera, trasformandola in una missione di salvataggio, quella di condurre la piccola volpe, in un luogo di origine mai conosciuto, essendo nato in cattività, nel deserto, tra i suoi simili. Per far questo sfugge non solo dai guardiani dello zoo che lo inseguono, ma anche dai suoi stessi genitori, che inizialmente non comprendono tanta affezione mista a pericolosità. Tra le righe dello scritto di Della Passarelli c’è l’assurdità di tenere un animale in gabbia, di spostarlo solo per vanità dai luoghi nativi ad altre latitudini, e poi c’è il Rumi, ovvero lo straniero, inizialmente temuto (come sempre d’altronde), poi fonte di insegnamenti e di consigli per Matteo, sarà proprio grazie a lui che il nostro eroe riuscirà a portare a termine la sua missione. Tra Matteo e Tenerè, si instaura così un rapporto di comprensione reciproca e di affetto che andrà ben oltre l’avventura che hanno condiviso. Tenerè suggerisce fratellanze, proprio quello che spesso dimentichiamo».

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