“Siamo partiti da un organico di 30 unita’ di personale e per effetto di alcuni interventi normativi siamo arrivati a quello attualmente previsto di 300, piu’ altre 100 unita’ di personale non dirigenziale da utilizzare in posizioni di comando: questo sarebbe un buon punto di arrivo, il problema e’ che la scopertura in alcune sedi e’ del 20%, in altre supera il 50%”. Lo ha detto Maria Rosaria Lagana’, direttrice dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ (Anbsc), in audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia presieduta da Chiara Colosimo.
“A Roma – ha ricordato Lagana’ – abbiamo al momento 62 unita’ di personale su un organico previsto di 109, a Milano 29 su 39, a Napoli 30 su 40, a Palermo 31 su 48 e a Reggio Calabria 36 su 45. Abbiamo avviato una riorganizzazione complessiva degli uffici con le procedure per l’inserimento in organico delle altre 100 unita’ ma spesso fatichiamo ad avere parere favorevole dalle amministrazioni di competenza. Ci piacerebbe anche che dopo aver formato il personale, trattandosi di materie molto tecniche, questo restasse in organico ma non sempre abbiamo il nulla osta dell’amministrazione di provenienza”.
La direttrice dell’Agenzia ha sottolineato come “la grande sfida sia quella di accorciare i tempi che intercorrono tra quando un bene entra in gestione e viene effettivamente destinato. Il passaggio dal sistema Open Regio a Copernico ha migliorato le nostre performance grazie alla digitalizzazione: la Piattaforma unica delle destinazioni ad oggi comprende oltre 1400 beni destinabili e 800 soggetti accreditati tra istituzioni ed enti del terzo settore, ognuno dei quali ogni volta che un bene diventa destinabile riceve via pec un alert in modo da poter immaginare tempestivamente un possibile percorso di utilizzo”.