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Gioia Tauro: Commercialisti a convegno sul bilancio delle imprese in crisi

Prosegue a ritmo serrato la formazione professionale continua dei dottori commercialisti ed esperti contabili dell’ordine di Palmi, al fine di acquisire e mantenere quante più capacità e conoscenze necessarie per restare aggiornati e competere sul mercato del lavoro che è sempre più in evoluzione. Nei giorni scorsi, nella sala conferenze della sede di via Mascagni, a Gioia Tauro, si è parlato di “Chiusura bilanci 2022 e bilanci delle imprese in crisi” con due “top player” della materia: Marcello Pollio, professore incaricato di Crisi e risanamento d’impresa all’UniPegaso e presidente della commissione di studio “Crisi e risanamento d’impresa” del CNDCEC nonché sindaco della Sampdoria calcio che si è soffermato a lungo sui concetti di insolvenza e crisi, continuità aziendale, effetti dell’introduzione del codice della crisi d’impresa, nomina dell’organo di controllo e adeguati assetti organizzativi: i doveri e le responsabilità dell’organo amministrativo e di controllo.

E, a seguire, il prof. Raffaele Marcello, ricercatore di Economia aziendale del Dipartimento di Scienze aziendali Managament & innovation Systems (DISA-MIS) dell’università degli studi di Salerno, che ha analizzato le novità in materia di principi contabili OIC, processo di correzione degli errori contabili, proroga della sospensione degli ammortamenti e delle perdite conseguite, contabilizzazione e valutazione dei titoli dell’attivo circolante e gli effetti contabili dell’assegnazione dei beni ai soci. Ad aprire i lavori, i saluti istituzionali del presidente dell’ODCEC Palmi, Luciano Fedele e del componente del Consiglio nazionale dell’ordine, Antonio Repaci.

“Dal mese di luglio, -ha evidenziato il presidente Fedele – è operante il nuovo codice della crisi d’impresa: è in questo scenario che si introduce l’obbligo di esprimere l’avvenuto adeguamento dei corrispondenti assetti organizzativi nella relazione sulla gestione del bilancio 2022. Tale informativa rappresenta un passaggio fondamentale per garantire la massima trasparenza. In effetti, -ha aggiunto- per come si presenta attualmente lo scenario normativo, è impensabile per un’impresa trascurare l’obbligo di adozione di adeguati assetti organizzativi. Tale mancanza si traduce in un messaggio assolutamente negativo, sia per il mondo creditizio, perché sta a significare di fatto che l’azienda non presenta i requisiti necessari per essere finanziabile, e sia perché determina un netto calo della reputazione nei confronti dei fornitori, dei clienti e dei soci. Certamente, -ha concluso – tale contesto richiede prendere atto che il ruolo e le funzioni di noi commercialisti sarà più pregante e significativo sia nel monitorare e sostenere le imprese assistite e sia per trasmettere loro la piena conoscenza che non potranno più posticipare l’emersione della crisi per come in passato ma dovranno tempestivamente riconoscere l’eventuale stato di insolvenza e intervenire al riguardo”.

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