L’ANVUR, organismo di valutazione del sistema universitario nazionale, premia la terza missione dell’ateneo reggino, tra innovazione e sostegno all’autoimpresa.
Un risultato meritorio, che premia l’impegno di questi anni e la continua ascesa nelle classifiche legate all’impatto dell’ateneo reggino per lo sviluppo del territorio: tra i risultati della VQR, la Valutazione della Qualità della Ricerca rilasciate dall’ANVUR nei giorni scorsi, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria compie un importante balzo in avanti e si posizione al 13° posto nella classifica riguardante la terza missione, ovvero tutte quelle attività a favore dello sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.
Il dato è ancor più significativo considerando che l’Università di Reggio Calabria si classifica al 2° posto tra le università meridionali, davanti agli atenei calabresi e siciliani con i quali, tra l’altro, c’è un’intensa e proficua collaborazione su numerosi progetti di ricerca.
Un rapporto continuo e costante, con un forte impegno nello stimolare l’auto imprenditorialità degli studenti: a questo proposito un ruolo importante è stato giocato dai progetti speciali dell’ateneo come il Contamination Lab, nato nel 2014 nell’ambito del programma Restart Italia, lo sportello di assistenza gratuito dedicato alla misura “Resto al Sud” promossa da Invitalia e le singole attività promosse dai differenti Dipartimenti.
Il Contamination Lab di Reggio Calabria è un vero e proprio pre-incubatore, nel quale creatività e opportunità creano percorsi formativi coerenti con i cambiamenti della società della conoscenza. Sin dalla sua nascita il progetto ha garantito agli studenti percorsi di “alfabetizzazione imprenditoriale” attraverso attività di learning by doing, simulazioni pratiche e incontri con esperti di livello nazionale ed internazionale.
Inoltre, il coinvolgimento degli attori principali del sistema locale della ricerca e dell’innovazione (Università, Enti di Ricerca, Camera di Commercio, Confindustria, FinCalabra, Regione Calabria) moltiplica le occasioni di contaminazione ed estende i format educativi e la varietà di attori che interagiscono con gli studenti (ricercatori, startupper, spinoff).
Un risultato importante che consente di guardare al futuro dei nostri studenti con soddisfazione e ambizione, pronti ad affrontare le sfide del prossimo futuro.