“È difficile dire la verità, perché ne esiste sì una sola, ma è viva e possiede pertanto un volto vivo e mutevole” - Franz Kafka
HomeCalabriaCatanzaroRapina nel riminese, nei guai un carabiniere catanzarese

Rapina nel riminese, nei guai un carabiniere catanzarese

Arrestato anche un appuntato scelto dei carabinieri di Rimini nella vasta operazione del comando provinciale dell’arma dei carabinieri di Rimini che vede in totale indagate 39 persone. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, ha messo in evidenza il legame del carabiniere riminese con una persona del gruppo dedito alle rapine.

In particolare le intercettazioni avrebbero confermato la conoscenza dell’appuntato con la vittima di una rapina avvenuta ad agosto durante la quale era stato strappato un Rolex di valore a un uomo.

I suoi complici albanesi lo chiamavano “il maresciallo” e, secondo le indagini, il carabiniere arrestato per rapina questa mattina insieme alla moglie, avrebbe dato informazioni utili agli albanesi sugli spostamenti della vittima designata.

Il ruolo del carabiniere, 60 anni originario di Catanzaro, in servizio al comando provinciale di Rimini, sarebbe emerso nel corso delle intercettazioni di cinque soggetti in ordine a una rapina portata a segno la scorsa estate a Rimini. La vittima, un residente riminese, facendo rientro a casa la sera del 4 agosto, era stato avvicinato da due giovani che, travisati con passamontagna, lo avevano aggredito sottraendogli un orologio di pregio del valore di almeno 45mila euro.

A conclusione di complesse indagini, sono stati identificati i complici: un terzo cittadino albanese, il carabiniere e la moglie. Secondo le indagini proprio il carabiniere con la moglie avevano organizzato la rapina in danno di un amico col quale l’appuntato aveva trascorso la serata. Mentre era col conoscente il carabiniere informava gli albanesi degli spostamenti fornendo i dettagli necessari sulla vittima.

Il militare, per l’intera durata delle indagini, è stato attentamente monitorato dagli organi investigativi dell’Arma per accertarsi che non ponesse in essere nuove condotte criminali o potesse trarre vantaggi dalla sua posizione di appartenente alle forze di polizia.

I presunti autori del fatto sono stati tutti ristretti in carcere, così come un sesto cittadino albanese che dovrà rispondere del reato di riciclaggio, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Articoli Correlati