di Paolo Ficara – Doverosa premessa: la Reggina ha sfornato Simone Perrotta, campione del mondo nel 2006, e Giovanni Di Lorenzo, campione d’Europa nel 2021. Ed i motivi di questa premessa, sono principalmente due. Il primo è legato alla sensazione che ormai nemmeno Reggio Calabria si ricordi più cosa sia (stata) la Reggina. Il secondo serve per rimarcare le differenze che ci possono essere, con il massimo rispetto, verso Melicucco, Caulonia o posti di pari tradizione calcistica.
Circa due settimane fa, in occasione di un Gelbison-Reggina in Coppa Italia Dilettanti, sono piovute lodi verso i cinque ragazzini fatti esordire in prima squadra. Tutti classe 2007. Al di là delle doti tecniche, hanno dimostrato di saper stare in campo. Di avere, dunque, le basi. Non sappiamo quanti di loro diventeranno professionisti. Lì oltre le basi, per parlare in senso geometrico, servono le altezze: ossia il talento naturale.
Così come venne apprezzato il lavoro di Nevio Orlandi, tecnico di quella Reggina Primavera che mandò vari elementi ad esordire in Coppa Italia in casa della Juventus (0-1, gol dell’allora 18enne Maffucci), anche in questa occasione era giunto qualche complimento verso Tobia Assumma, allenatore della Juniores amaranto.
Nonostante questo tipo di lavoro, unito ad un secondo posto in classifica con una sola sconfitta all’attivo, nella giornata di lunedì mister Assumma si è sentito comunicare a voce l’esonero dall’incarico. Mai come stavolta, si rende necessario un comunicato stampa ufficiale da parte della Reggina. Con tanto di motivazioni, circa la scelta. Per stoppare le antipatiche voci che hanno ormai fatto il giro di Reggio e provincia. E che non vogliamo ancora elevare a notizia, sperando siano derubricabili a pettegolezzo.
La massima chiarezza si rende necessaria anche per lo stato di agitazione manifestato dalla squadra. La maggior parte, sono classe 2007. Rifiutatisi in massa di allenarsi, qualora non rientrasse il provvedimento ancora non ufficializzato a mezzo stampa. Evidentemente questi liceali annusano forte l’odore di ingiustizia. Le loro vie respiratorie non sono ancora condizionate da rapporti di commistione, né dall’adagio del quieto vivere. L’ossigeno arriva regolarmente alla testa ed ai polmoni. E si esprimono, per come sentono di esprimersi.
Per come ritengono corretto esprimersi.
Le ultime scelte della società Reggina, nell’ordine, sono una risoluzione con un allenatore che lamentava problemi familiari; un accordo si sponsorizzazione con una società che sembra occuparsi di scommesse, sarà forse la dignità di cui parlava Brunetta; e l’esonero comunicato a voce ad un allenatore che stava lavorando oggettivamente bene con la Juniores.
Esattamente, cosa intendeva controllare l’amministrazione comunale quando metteva per iscritto di volere un proprio rappresentante in cda? Forse l’importo della bolletta della luce, i cui costi per il Sant’Agata sono ancora vergognosamente anticipati dalla Città Metropolitana? Lorsignori sono in stato di ipossia, o ritengono prima o poi di dover chiedere conto?
Più in generale, cosa deve accadere affinché una intera città prenda esempio da un gruppo di 17enni? Ritrovando la voglia di ribellarsi. A partire ovviamente da chi ha messo in mano il giocattolo ad un manipolo di boriosi. Bisogna liberare la Reggina, prima di ulteriori vituperazioni. E devono essere innanzitutto i reggini a volerla liberare. Sul tema dell’esonero di Assumma si è espresso anche Stefano Casale, centrocampista della seconda promozione in Serie A, nella parte finale di Reggina Talk.