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Villa San Giovanni (RC), la minoranza non partecipa alla seduta del Consiglio comunale: “Disagio per atteggiamento Giunta”

I consiglieri Santoro, Lucisano, Siclari, Calderone e De Marco, non hanno partecipato al consiglio comunale “per difendere prerogative e diritti di ogni singolo consigliere e della città. Una decisione sofferta ma che non poteva più essere rinviata perché proseguire oltre nell’atteggiamento collaborativo a fronte di condotte che non consentono di esercitare i più elementari valori democratici, avrebbe voluto dire tradire la città e le stesse istituzioni”.

“E’ grave e paradossale, infatti che un Assessore ‘tecnico’ in sede di Commissione Consiliare nel pieno dei suoi poteri, di fronte alla richiesta di informazioni sulla provenienza di specifici fondi che comportavano una variazione di bilancio, abbia l’ardire di rispondere – affermano i consiglieri di minoranza – che tali fondi siano stati ‘trovati per strada’.

Altrettanto grave è che, nel mentre si discutano i lavori delle Commissioni, ove si potrebbe anche decidere di rinviare o di sospendere alcuni punti all’o.d.g., arrivi la notifica del Consiglio, come a voler fare intendere, che quelle commissioni hanno un valore pari al nulla.

Tantomeno è possibile tollerare che bozze di Regolamenti siano portati in Commissione e resi disponibili solo in quella sede, sprovvisti di una relazione illustrativa ed esplicativa che consenta ad ogni Consigliere di comprenderne l’obiettivo e soprattutto di conoscere le ragioni che portano a cancellare precedenti decisioni. E questo non può essere un semplice errore dovuto ad inesperienza, vista la presenza di preziosi giuristi che sanno esattamente come devono essere presentate le proposte.

Non è altrettanto tollerabile aspettare mesi e mesi senza poi avere alcuna risposta da parte degli uffici ed in modo particolare dal Segretario Generale su richieste di accesso agli atti, strumento fondamentale di controllo della minoranza ed al tempo stesso non riuscire a definire in modo concreto delle interrogazioni, a causa di una volontà chiara di non fare esercitare il proprio ruolo nella sala consiliare così come previsto.

Abbiamo assistito troppe volte ad interventi del Presidente del Consiglio volti a zittire la minoranza, su richiesta del Sindaco, con atteggiamenti irriguardosi verso il nostro ruolo e che denotano una scarsa condizione di equilibrio istituzionale.

Appare pertanto oltremodo non più giustificabile l’atteggiamento di una maggioranza che richiede il rispetto delle regole sui lavori del Consiglio, dimenticandosi da par loro di avere medesimo rispetto, in considerazione delle risposte non adeguate ed esaustive rispetto alle nostre richieste per il tramite di interpellanze e interrogazioni.

Dagli incontri con la minoranza e le associazioni era poi stato chiaro come le “linee Guida” erano propedeutiche al piano di localizzazione delle antenne che il Consiglio Comunale avrebbe dovuto approvare per dare ai tecnici l’indirizzo. E solo successivamente si sarebbero approvate, insieme al Regolamento.

L’idea di fare prevalere la logica della maggioranza, in modo particolare su questioni così importanti per la città, si scontra con il rispetto delle procedure che denotano il rispetto delle forme di legge e, prima di tutto, delle stesse istituzioni che l’amministrazione della città subisce come un fastidio.

Quel comportamento “responsabile” che la minoranza ha espresso sin dalla seduta d’insediamento di questo Consiglio Comunale con la votazione unanime del suo Presidente, ha visto come contro altare una maggioranza che, ottenute queste conquiste considerate come proprie vittorie politiche, ha inteso assumere un comportamento di scarsa collaborazione nonostante tutto, ha intrapreso discussioni dentro e fuori dal Palazzo municipale su temi importanti, dalle infrastrutture alle tematiche ambientali, senza mai coinvolgere il gruppo di minoranza.

Alle condizioni attuali, quindi, non possiamo che mantenere, come fatto ieri, una linea di intransigenza al fine di tutelare il rispetto delle norme, del Consiglio Comunale, della città e dei valori democratici che nessuno può mettere in discussione.

In considerazione di quanto suddetto ed a tutela del nostro ruolo comunicheremo questo nostro stato di disagio istituzionale ai massimi organi di governo del territorio”.

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