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Mancano ambulanze: medico colto da malore muore a Lamezia Terme

Un medico di Lamezia Terme (Cz), Raffaele Caparello, e’ morto questa notte in seguito a un malore. Il servizio 118 non e’ stato in grado di mandare un’ambulanza per indisponibilita’ di mezzi e personale.

A ricostruire l’accaduto e’ Amalia Bruni, consigliera regionale, candidata alla presidenza della Giunta in occasione delle ultime elezioni.

“Ieri notte verso le 3 – denuncia – il dottore Caparello ha cominciato ad avvertire dei forti dolori al petto e al braccio e ha chiesto ai suoi familiari di chiamare il 118 dove, pero’, hanno risposto che non vi erano ambulanze disponibili. Una nuova chiamata viene fatta dopo circa un’ora, ma la risposta non cambia. A questo punto viene avvertita la guardia medica e il dottore decide per l’immediato trasporto al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Lamezia dove pero’, Caparello muore poco tempo dopo. Una vita trascorsa a curare pazienti, migliaia di pazienti prima di andare in pensione per finire senza cure adeguate nella sua citta’. La voglia di fare polemica e’ pari a zero – continua Bruni – ma l’amarezza, lo sconforto e la rabbia sono tante. Ora ci stringiamo intorno alla famiglia del povero Raffaele e ne condividiamo l’immenso dolore che sta provando in queste ore terribili. Ma una riflessione seria sulla vicenda 118 va fatta e anche in tempi brevi. Perche’ non e’ possibile morire per strada o a casa perche’ non ci sono ambulanze e quelle poche che circolano non hanno i medici, solo quest’anno abbiamo avuto diverse vittime per questo motivo. Sento da piu’ parti che si sta lavorando per risolvere la questione, lo spero bene, anche perche’ mentre si riflette sulle soluzioni, i cittadini piu’ sfortunati muoiono per una cattiva gestione della sanita’. Ma come ci siamo arrivati a questi livelli? Che cosa ha fatto chi ha gestito, ad esempio, la centrale del 118 di Catanzaro? Nulla, se non guardare come il servizio venisse raso al suolo dai commissari e da chi gli stava accanto senza muovere un dito. Si e’ persa anche – conclude – la decenza di tacere per rispetto dei cittadini”.

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