L’Unione Sindacale di Base della Calabria esprime profondo cordoglio per i familiari delle vittime Hannaqui Said, conducente del camion, e Maria Pansini, capotreno, deceduti nell’ennesima strage ferroviaria avvenuta a Thurio di Corigliano Rossano.
Questa strage è l’ulteriore dimostrazione della pericolosità infrastrutturale della tratta ferroviaria Reggio Calabria – Taranto, che mette quotidianamente a rischio la vita dei passeggeri e dei lavoratori.
Se solamente si fosse investito installando un sistema di protezione automatica integrativa dei passaggi a livello, in grado di scansionare l’area dell’attraversamento per riconoscere la presenza di ostacoli fermi o in movimento, interfacciandosi al segnalamento già esistente, queste morti si sarebbero potute evitare.
Per l’USB, impegnata in tutta Italia nella raccolta firme a sostegno della legge di iniziativa popolare per introdurre il reato di omicidio sul lavoro, il tema della sicurezza rimane centrale e non argomento episodico da agitare dopo ogni tragedia. Oggi le Istituzioni ed RFI, ipocritamente, piangono i morti ed esprimono la loro solidarietà ed estraneità su quanto accaduto, dimenticando che quasi nulla hanno fatto per innalzare gli standard di sicurezza sull’infrastruttura ferroviaria.
Salvini, l’uomo del ponte, invece di continuare in maniera parossistica a propagandare le magnifiche sorti e progressive, per la Sicilia e la Calabria, della faraonica opera che, nei suoi desideri, lo consegnerà alla storia, si preoccupi di rendere sicure le nostre strade e le nostre ferrovie.
Come USB abbiamo chiesto che, di fronte a questa ennesima strage, il Ministro dei Trasporti e la Dirigenza di RFI rassegnino le dimissioni e abbiamo proclamato, assieme alle altre sigle del sindacalismo di base, 24 ore di sciopero sui gravi motivi legati alla sicurezza della circolazione e della manutenzione a partire dalla giornata del 30 novembre per tutto il personale ferroviario.