Sono ritenuti esponenti di spicco della criminalità del Vibonese, due dei fermati dell'operazione "Amarcord" che fa luce sull'omicidio a Stefanaconi di Antonino
Lopreiato. Emilio Antonio Bartolotta, 36 anni, ritenuto a capo dell'omonimo gruppo nato dalla vecchia "Società minore" di Stefanaconi guidata da Nicola Bartolotta, alias «Pirolo», è stato infatti condannato a 25 anni di carcere per l'omicidio di Michele Penna, assicuratore e segretario dell'Udc di Stefanaconi. Nei giorni scorsi, Emilio Antonio Bartolotta è stato però scarcerato per scadenza dei termini di custodia cautelare.
La scomparsa di Michele Penna - separato dalla figlia di Nicola Bartolotta - risale al 19
ottobre 2007 ed il cadavere, per il cui ritrovamento si sarebbe attivato Antonino Lopreiato, non è mai stato trovato. Penna sarebbe stato eliminato per aver cercato di formare un clan autonomo dai Bartolotta ed anche per via di una presunta relazione con la moglie di un affiliato ai Bartolotta all'epoca in carcere.
L'altro fermato, Francesco Calafati, 39 anni, è invece rimasto vittima di un tentato omicidio il 21 marzo 2012 a Stefanaconi ad opera dei Patania-Lopreiato. Calafati era
stato scarcerato nel 2008 dopo aver scontato una condanna per l'omicidio del carrozziere Domenico Maurici, avvenuto a Zungri (Vv) nell'agosto 1996. Calafati era sospettato dai Lopreiato-Patania di aver preso parte all'omicidio di Antonino Lopreiato.
(agi)