‘Ndrangheta, operazione “Furio Camillo”: i reati contestati dalla Dda

Tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Questi i reati contestati dalla Dda di Catanzaro nell'ambito all'operazione "Furio Camillo" che ha portato in carcere Antonio Campisi, 23 anni, di Nicotera Marina e Nicola Drommi, 25 anni, di Comerconi, nel vibonese. Entrambi, facendosi forti del legame parentale di Campisi con la "famiglia"Mancuso di Limbadi, secondo l'accusa avrebbero percosso con un bastone, fra l'agosto ed il settembre 2011, un imprenditore edile al fine di farsi consegnare 50mila euro. La vittima, dopo anni di vassazioni, ha collaborato con la Dda.

Campisi e Drommi sono stati condannati il 19 novembre scorso dalla Corte d'Appello di Catanzaro per un'altra tentata estorsione ai danni del titolare di un'impresa di confezionamento di acqua minerale di Nicotera.
Il solo Campisi è poi accusato di aver minacciato nell'agosto 2013 di uccidere lo stesso imprenditore ed i figli qualora costui non avesse sborsato il denaro richiestogli. Antonio Campisi è figlio di Domenico Campisi, già condannato con l'accusa di essere broker della droga legato al clan Mancuso, ucciso sulla provinciale per Nicotera il 17 giugno 2011. Nicola Drommi è invece figlio di Salvatore Drommi, scomparso da tre anni probabilmente vittima della lupara bianca.