Autobomba a Limbadi, frattura nel clan: "Boss Luigi Mancuso si dissociò"

autobomba limbadi4Avrebbe creato una frattura all'interno della stessa famiglia Mancuso di Limbadi (Vv), l'omicidio con l'autobomba costato la vita il 9 aprile scorso a Matteo Vinci. E' quanto emerge dal provvedimento di fermo della Dda di Catanzaro che riportale dichiarazioni di Rosaria Scarpulla, madre della vittima. A pochi giorni dall'attentato, infatti, a casa della donna, per porgerle le condoglianze, si sarebbero recati anche stretti familiari di quelli che vengono ritenuti i vertici del clan. Alcuni di loro avrebbero anche partecipato alla fiaccolata organizzata il 14 aprile a Limbadi per ricordare Matteo Vinci. Lo stesso boss Luigi Mancuso, libero dal luglio 2012 dopo aver scontato 19 anni ininterrotti di detenzione, e ritenuto il numero uno della famigli,a sarebbe andato il pomeriggio del 14 aprile a trovare Rosaria Scarpulla, dissociandosi dai nipoti e ribadendo che pur non potendo partecipare personalmente alla fiaccolata, avrebbe mandato in sua rappresentanza alcuni familiari "cosa - scrivono gli inquirenti - effettivamente avvenuta". Le sei persone fermate oggi per l'attentato sono imparentate con i Mancuso.

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