Al compleanno… di Rino Gaetano (con i NunTeReggae Sound)

gaetanorino ppdi Simone Carullo - Il 23 ottobre di 63 anni fa nasceva a Crotone Rino Gaetano. "Figlio unico" della canzone italiana, fratello maggiore di molte generazioni che - come lui - percepiscono l'ironia del mondo, il dinoccolare della storia, il dolore struggente dell'emarginazione. Di uomini come lui ha più senso celebrarne la nascita - e quindi la vita - anziché la morte. Perché è la sua vita, e non la morte che resta per noi inspiegata ed inspiegabile, che ha fatto di Rino un'icona della musica popolare. Un'icona che tutti, giovani e meno giovani, amiamo e rimpiangiamo con nostalgia.

La vita delle sue canzoni (datate eppure così attuali), la vita del suo sorriso, dei suoi gesti talvolta eccentrici e meravigliosamente stravaganti - come l'esibizione del Sanremo '78 -, la vitalità che attraversa e riempie ogni aspetto che lo riguarda, da quando da piccolo scrisse "E l'uomo volò", passando per i tempi del Folkstudio, dalle esperienze teatrali nei panni di Pinocchio e di Estragone, fino ai primi successi musicali.

Ma Rino Gaetano era molto più di questo. Era un cantastorie graffiante che, con la forza dell'ironia ed una voce gracchiante e ruvida, raccontava e sferzava l'Italia coeva. Mentre in molti, per ipocrisia o per comodità, gli attribuivano l'impietosa etichetta del "Nonsense", Rino trattava – col suo inconfondibile stile, al contempo ermetico e dissacrante – temi dolorosamente significativi come l'alienazione industriale, l'emarginazione sociale, l'emigrazione, l'incomunicabilità che irretisce l'uomo. Ma il suo non era un racconto pessimista, melanconico, o piatto. C'era sempre lo spazio per il paradosso, per la sdrammatizzazione, una risata sarcastica, un balzo estemporaneo, perché - nonostante tutto - "Il Cielo è Sempre Più Blu"; e niente più di questa semplice considerazione può raccontare la contraddizione in termini che concerne l'esistenza umana: di "chi mangia una volta, chi vuole l'aumento, chi cambia la barca felice e contento ... di chi muore a lavoro o ruba pensioni ..." e via dicendo, intanto che per tutti si staglia sullo sfondo la stessa identica scenografia: un cielo terso, splendido, inesorabile.

Considerato negli anni '70 cantautore minore perché apparentemente non impegnato, Rino Gaetano viene riscoperto - tra la metà degli anni '90 e l'inizio del 2000 - dalle nuove generazioni, forse stanche di una musica contemporanea vuota o svuotata di poesia e mordente. Fuggire dalla canzone di maniera che ha dato vita a fenomeni musicali estemporanei (quali le boy band o giovani bellocci alla Paolo Meneguzzi) voleva dire ritornare indietro e riscoprire, tra gli altri, quel Rino Gaetano - calabrese di nascita e romano di adozione - che aveva spiazzato tutti col suo formidabile modo di cantare: misterioso, vagamente romantico, sarcastico, ritmato, unico. Rino, come molti prima d lui, diviene un cantante di culto postumo. Nel novembre 2007, inoltre, viene trasmessa dalla Rai una miniserie sulla sua vita dal titolo: "Rino Gaetano: ma il cielo è sempre più blu". Benché animata da buone intenzioni, sono in molti tra amici, fan, collaboratori, oltre che la stessa sorella, a non riconoscere il vero Rino nel personaggio tormentato e violento rappresentato dalla fiction. D'altronde, proprio la messa in onda della miniserie su Rino Gaetano è stata l'occasione per il riaccendersi delle polemiche e delle perplessità sulla morte del geniale cantautore calabrese.

Morte tragica e dolorosissima, quella sì davvero "nonsense", nella quale alcuni – tra cui lo scrittore Carlo Lucarelli - hanno scorto un omicidio in piena regola. Varie sono le circostanze che alimentano queste ipotesi: innanzitutto le parole dello stesso Rino Gaetano, pronunciate in un concerto sulla spiaggia di Capocotta: "C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! [...] Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno che cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta".

Dunque l'assurda premonizione della sua morte nel testo di "Quando Renzo morì ... "; infine l'inspiegabile circostanza che vede Rino Gaetano - nel gennaio '81, cioè soltanto qualche mese prima di morire - vittima di un incidente molto simile a quello che lo portò via. Tutti elementi riportati nel libro dell'avv. Bruno Mautone: "Rino Gaetano, assassinio di un cantautore", il quale tenta, inoltre, di decriptare i messaggi che il cantautore avrebbe nascosto nei suoi testi (tra i quali: "Al Compleanno della Zia Rosina").

Per celebrarne al meglio il compleanno incontriamo chi, ogni giorno, con grande passione, mastica Rino Gaetano: Ivan Papasso, cantante dei "NunTeReggae Sound", gruppo che da circa cinque anni - grazie ad una simpatia dilagante, ad un'importante competenza musicale, oltre che ad una certa originalità - porta con successo in giro per la Calabria (e per l'Italia) la musica di Rino. Prossima tappa il'1º novembre, al Random Music Club di Reggio Calabria.

Innanzitutto, come e perché è nata l'idea di fondare un "cover band" di Rino Gaetano?

Beh... in realtà è stata una cosa abbastanza casuale. Sai, la classica chiacchierata tra amici al bar dinanzi una bionda. La passione per la musica, la voglia di riscattarsi dal torpore della vita di paese, la voglia di creare, di fare qualcosa di diverso, di aggiungere un elemento di novità alle nostre vite ed alla vita del nostro paese, ci hanno spinti alla creazione dei  "NunTeReggae Sound". Il gruppo è  nato a Cassano all'Ionio (CS) nel 2009, spinto dalla passione comune per il cantautore calabrese, inizialmente con il nome de "I nipoti della zia Rosina". Con questo nome abbiamo fatto le prime esibizioni live nei locali del comprensorio ionico. Il successo e l'entusiasmo delle prime serate, ma soprattutto la possibilità di far conoscere Rino alla gente, i suoi testi e tutta una serie di problematiche in modo diciamo evasivo e divertente, com' è il mondo della musica, ci hanno spinti a cercare di far sempre meglio ed a spingere i nostri orizzonti sempre un po' più in là, fino ad aprire concerti di big come Roy Paci (alla festa dello studente di Urbino), o del "Parto delle Nuvole Pesanti".

Nei vostri concerti, spesso collegate le canzoni di Rino ad argomenti di stringente attualità, perché?

La genialità di Rino Gaetano, riconosciuta ormai in maniera diffusa, per molti è quella di essere stato avanti sui tempi. Anche se spesso ci chiediamo se non siano proprio quei tempi, quello spaccato di società italiana descritta da Rino, ad essere rimasti fermi ed immutati dopo più di trent'anni, con le stesse problematiche e molto spesso con gli stessi nomi. Problemi come il lavoro, la mancanza di case, l'esistenza di una falsa o non compiuta democrazia, l'emarginazione e la solitudine dell'essere umano, l'apparire e non l'essere, i tagli alla sanità, l'elevato costo della benzina, l'esistenza di caste privilegiate e di  logge massoniche... sono tutti fenomeni descritti nelle canzoni di Rino e che, purtroppo, pervadono la nostra società fin dalle fondamenta. Forse la genialità di Rino non era quella di essere avanti coi tempi, ma quella di parlare e descrivere fenomeni che sono rimasti e che rimarranno immutati nel corso del tempo. Quindi filosoficamente parlando, una capacità di descrivere ciò che è e che permane. Pertanto, indipendentemente dal nostro pensiero, collegare e connettere le canzoni di Rino all'attualità, utilizzarle - diciamo - in modo goliardico per affrontare i temi più disparati, oltre che giusto diviene semplice e più che naturale.

"NonSense", un'etichetta equivoca che molto spesso viene applicata alle canzoni di Rino. Che cosa significa per voi?

Hai detto bene! Un etichetta equivoca, ma aggiungeremmo anche a tratti poco rispettosa della realtà. E' solo apparente il non-sense nei testi di Rino, che si rivelano - in realtà - impegnati, profondi, sarcastici, dissacranti e poetici. Illuminante al riguardo è un'intervista molto nota ai fan, in cui Gianni Boncompagni tese a ridicolizzare gli scritti di Rino utilizzando per l'appunto l'etichetta non-sense, mentre Rino parlava di un concetto molto più forte ed importante, che è quello della distorsione del testo utilizzata da drammaturghi e poeti di fama mondiale. Una cosa è la distorsione del testo, che possiamo trovare in numerose canzoni come Gianna, Berta Filava, a Khatmandù o Sfiorivano le viole, altra è scrivere canzoni senza un senso o con giochi ed accostamenti di parole. Non vediamo alcun non-sense nel dire Nuntereggae Più ad una società politica, economica, massonica ed ecclesiastica qual era quella dell'epoca o com'è quella attuale. Anzi dovrebbe essere un obbligo! Vero è che il significato stesso della parola non-sense è quello di un umorismo fantastico mediante accostamenti grotteschi e surreali. Riteniamo che grottesca, fantastica ed assurda, quindi non-sense, sia quella società italiana descritta ad esempio in Aida e non Rino in sé stesso.

Quale significato attribuite alla vostra esperienza, alla musica che portate in giro per la Calabria (e per l'Italia)?

Davvero una bella domanda! Bella in quanto belle sono le esperienze che si fanno in giro suonando. Il viaggio, la scoperta di luoghi, di paesaggi, di persone e tradizioni, arricchiscono costantemente il nostro bagaglio culturale ed umano. Lo spettacolo, la musica... l'euforia che si prova a stare dinanzi ad un pubblico è una sensazione difficile da spiegare. In ogni viaggio, durante ogni concerto e sopra ogni palco siamo entusiasti, e lo siamo in quanto abbiamo l'occasione di rappresentare il nostro paese e la terra calabra suonando come sempre, con passione ed umiltà, le canzoni del grande Rino, non rinunciando però ad una nostra identità. Ma crediamo che il significato più bello che si possa attribuire alla nostra esperienza ed alla musica che suoniamo, si determina ogni qual volta ti rendi conto di poter, attraverso una semplice reinterpretazione, mettere in contatto persone diverse, accomunate da uno stesso sentimento. Il senso della nostra esperienza è quello di far conoscere, o ricordare, ad una platea sempre più ampia le canzoni, le poesie ed i pensieri di questo genio calabrese, spesso incompreso. Ed è per questo che non possiamo che ringraziare la musica, ma soprattutto Rino!