Il sogno degli “Amici di Lola”. Viaggio nel rifugio reggino della Lega del Cane

legadelcanedi Basilio Benedetto - Hanno un grande sogno i volontari della Lega del Cane di Reggio Calabria. Un sogno chiamato "Oasi Canina", ovvero un'area attrezzata in cui i loro amici a quattro zampe possano trovare finalmente una degna collocazione. Non è un caso che la parola "sogno" ricorra spesso nelle locandine e nei manifesti di cui si servono per promuovere questa o quella iniziativa. Alle nostre latitudini, come è noto, è un'impresa intraprendere o portare a termine qualsiasi progetto. Poco importa se sia giusto o meritevole di attenzione, il più delle volte è facile imbattersi contro un muro di indifferenza e menefreghismo. Così il termine adottato dai volontari ci sembra più che opportuno.

Raggiungere il rifugio "Amici di Lola", a Campo Calabro (RC), una struttura che accoglie circa 300 cani, è l'occasione per conoscere più da vicino la storia dell'associazione reggina e le condizioni in cui opera giornalmente.

Sono accolto da alcuni volontari, appena arrivati con un carico di cibo, farmaci e coperte per i loro amici, e sono loro stessi a farmi strada. Già dalle prime battute, emerge la passione e la serietà con cui affrontano la giornata all'interno del canile. "Facciamo del nostro meglio – dicono – ma la situazione non è delle più semplici. Ci piacerebbe destinare parte delle risorse per un habitat più confortevole ma, al momento, ciò che riusciamo a racimolare serve solo per assicurare la cura ed il sostentamento dei nostri cani."

E' una giornata piovosa e c'è poco tempo da perdere, così mi unisco a loro mentre cercano di smaltire la fanghiglia all'interno dei tanti box. Il maltempo ha prodotto qualche inconveniente nella notte ed è il momento di fare tornare tutto alla normalità. Nel frattempo, mi raccontano le storie che hanno interessato i loro "ospiti". Storie orribili e difficili da digerire, come ad esempio quella di un cane trovato quest'estate sulla statale 106, legato al guard rail e  con due o più proiettili addosso, o quelle dei pitbull, numerosi all'interno del rifugio, con un passato da lottatori nelle gare clandestine.  "Li circondiamo d'affetto e cerchiamo di risollevarli sotto tutti i profili. Per i pitbull – confessano gli stessi volontari – il discorso è diverso. Dopo lo sfruttamento subito, il più delle volte hanno parecchie difficoltà a recuperare una normale condizione, soprattutto sotto il profilo psicologico, con seri problemi di adattamento."

Mentre accompagno i ragazzi lungo la struttura, l'arrivo del presidente della sezione reggina, Rosa Rogolino, è accolto calorosamente da un centinaio di cani di ogni taglia; con un continuo abbaiare, sembrano riconoscere il ruolo ricoperto dalla coordinatrice. Più tardi capiremo che, in effetti, è lei la colonna portante del progetto, a cui dedica buona parte delle proprie giornate con il prezioso supporto di tanti ragazzi e adulti.  "Come puoi vedere – dice la presidente – non facciamo mancare niente ai nostri amici nonostante le condizioni non siano facili". Non ho difficoltà a crederci, è sotto i miei occhi l'amore che nutre per gli amici a quattro zampe. "Tra poco gli daremo da mangiare – aggiunge – ma credimi appena arrivo non posso fare a meno di abbracciarne quanti più possibile, per loro è importantissimo".

Le rubo qualche minuto per comprendere quali siano le priorità e le difficoltà all'interno del canile di Campo Calabro. "Il nostro sogno - sottolinea - rimane il completamento dell'oasi canina nella frazione di S.Lucia, a qualche chilometro di distanza da qui, tra l'abitato di Campo Calabro e quello di Fiumara di Muro. E' un'area di 11 mila metri quadri e ci è stata donata da una signora, con la precisa volontà di destinarla alla cura dei nostri animali. Siamo già partiti, abbiamo costruito la recinzione e qualcosa si muove anche all'interno, ma, al momento, non ci sono le condizioni per dare un'accelerata ai lavori. I nostri sforzi, oggi, sono volti ad assicurare un futuro ai cani che ci circondano".

Le spese, in effetti, non mancano. Ogni cane viene sterilizzato e sottoposto a vaccini. L'assistenza giornaliera e l'affitto dell'area, poi, fanno il resto. "Pensa – mi confessa la coordinatrice – per il solo smaltimento dei cani deceduti ci vogliono 150 euro. Questo, come altri servizi, comporta un esborso importante di denaro e noi, senza supporti, non possiamo continuare così".

Rosa Rogolino sottolinea, inoltre, come nel tempo siano venute meno le convenzioni con alcuni comuni del comprensorio reggino, che delegavano l'associazione per combattere il fenomeno del randagismo, dietro la corresponsione di un contributo mensile. "Allo stato attuale – puntualizza -, le nostre entrate provengono dall'autofinanziamento dei volontari e dai contributi che la gente ci dona. Non è accettabile che le cose continuino così e che nessuno se ne accorga. Sono molto amareggiata per l'indifferenza che le istituzioni riservano al lavoro giornaliero dell'associazione, ma la nostra determinazione ed il nostro amore per questi animali è comunque più forte di tutto, nonostante i tanti sacrifici."

Proprio in questi giorni, i volontari della Lega del Cane di Reggio Calabria stanno promuovendo delle iniziative di sensibilizzazione presso locali cittadini, o nelle piazze del centro storico, per la raccolta di fondi e di adesioni. Un lavoro che non conosce soste, con il fermo obiettivo di dare continuità al loro nobile impegno. Oggi, ad esempio, presso i locali della "Tag Art Shop Gallery" di Via dei Correttori, ci sarà la possibilità di sostenere l'attività e gli sforzi della sezione reggina. E' prevista, infatti, alle ore 19, l'inaugurazione di una mostra fotografica dal titolo "Who Let the Dogs Out", una serie di scatti con gli stessi animali del rifugio "Amici di Lola" come protagonisti.  Le modalità per contribuire e per sostenere il loro impegno sono molteplici, si passa dall'adozione diretta dei cani a quella a distanza, ma anche semplici donazioni durante le iniziative promosse sul territorio, che possono essere di natura economica o possono consistere in cibo o medicinali.

Un'opera, quella dell'associazione, incessante e allo stesso tempo necessaria, in attesa che le istituzioni si manifestino e diano il giusto supporto, per finanziare un progetto che conferirebbe dignità alle persone direttamente coinvolte. E' mortificante prendere atto che iniziative così lodevoli, in cui a prevalere è soltanto l'amore di questa gente per gli animali, debbano essere considerate di secondo piano e non ricevere la giusta attenzione dagli enti pubblici e dagli operatori del settore. "Purtroppo i cani non votano, altrimenti l'attenzione sarebbe diversa" è la conclusione ironica, ed allo stesso tempo amara, del presidente Rosa Rogolino.