Quella luce che col Natale penetra ovunque. Anche in carcere

carcere3di Benedetta Malara - C'è aria di Natale alla Casa Circondariale di Reggio Calabria. C'è aria di Natale nella saletta teatro in cui si riuniscono i detenuti dell'alta sicurezza per mettere in scena – in due giornate – il loro spettacolo di Natale, fatto di canti, poesie, e cabaret. C'è aria di Natale quando, mentre l'educatore Emilio Campolo sta parlando sul palco – qualcuno bussa alla porta. È un Babbo Natale in carne ossa e cappello, seguito da tre detenuti che suonano l'organetto, il triangolo e il tamburello. Babbo Natale sale sul palco, anche lui è detenuto, e spiega la sua presenza: "Avevo chiesto alla direttrice – spiega – la dott.ssa Longo, e al dottore Campolo, di poter uscire per portare i regali ai vostri bambini e alle vostre famiglie, ma mi hanno detto no". Babbo Natale scherza con loro, spiegando le sue intenzioni da buon portatore di regali, e continua: "E siccome sono rimasto qui, ho pensato di portare i regali a voi detenuti, per essere vicino ai vostri cuori, per essere positivi in un momento negativo. L'augurio più bello, per tutti, è di poter festeggiare il Natale fuori con le nostre famiglie". Sì perché i detenuti, prima ancora che condannati, colpevoli o innocenti, buoni o cattivi, sono soprattutto uomini. Quasi tutti hanno una famiglia fuori, hanno mogli, hanno figli, con cui vorrebbero trascorrere le festività natalizie. Invece sono qui, tutti insieme, a trascorrere qualche ora diversamente, cantando e applaudendo nel festeggiare il Natale. Anche lo spettacolo è una delle attività previste dal progetto "Libera...mente", pensato e promosso dall'amministrazione per alleggerire la condizione detentiva di una fascia particolare di detenuti – la media e alta sicurezza –  offrendo  loro occasioni e opportunità preziose per il recupero e il reinserimento sociale. Un percorso portato avanti anche grazie all'impegno della consigliera di Parità, presso la Provincia di Reggio Calabria, Daniela De Blasio. Per i detenuti, sono già state organizzate tante iniziative, tra cui la più importante è il cortometraggio "Hakuna Matata", girato proprio all'interno del carcere e in cui hanno recitato anche alcuni detenuti. Scritto dalle mogli di Antonino Alvaro – interpretato dal comico Gigi Miseferi –  e Fabio Scopelliti – interpretato dall'attore Sasà Striano – il cortometraggio è già stato girato e presentato e presto, è stato promesso, verrà proiettato anche in carcere.

Cinema e teatro, ma non solo. I detenuti hanno avuto la possibilità di frequentare un corso di ceramica, di partecipare ai percorsi di legalità, di organizzare un torneo di calcetto – "anche se hanno fatto imbrogli" confessa ridendo Babbo Natale – ma soprattutto di ricevere la visita del quadro della Madonna della Consolazione, che ha dato a tutti grande conforto. Anche le donne detenute dell'alta e media sicurezza hanno partecipato al progetto, esponendo i loro lavori di passamaneria e uncinetto con cui hanno creato bigiotteria e borse, intonando i tradizionali canti natalizi e leggendo alcune poesie, che parlano di desiderio di libertà, di lontananza dagli affetti, e di voglia di cambiamento. "Quando si avvicina il Natale – ha detto Maria Pesce – prende sempre un po' di malinconia. Per questo ho scritto delle poesie, per spiegare quello che provo, e ne ho dedicata una a mia sorella, perché io e mia madre questo Natale non saremo con lei". Momento di poesia anche per Carmelo Latella, che ha letto una poesia in vernacolo dedicata alla nascita di Gesù.

Momenti profondi, di riflessione, intervallati dalla sapiente comicità di Gigi Miseferi e Giacomo Battaglia, comici ma anche e soprattutto amici che sono tornati nella Casa Circondariale di Reggio Calabria per portare i loro auguri di Natale e per intrattenere i detenuti con i loro intermezzi. Ritratti caricaturali del calabrese medio e dialoghi con sottili doppisensi hanno stemperato i vari momenti della giornata, prima dell'arrivo del momento clou: il coro dei detenuti, diretto da Fabio Scopelliti e accompagnato da Bruno Zolea, si è cimentato in un'alternanza di voci e musica dialettale per spiegare la tradizione calabrese, dalla novena di Natale alla preparazione del presepe, dagli ultimi canti dopo Natale al grande falò di Capodanno. Canzoni tipiche della tradizione come "Mo veni Natali" e "Nuvena i Natali", cantate dai detenuti dell'alta sicurezza, che hanno anche concesso un bis dopo i numerosi applausi. Anche lo scambio di regali non è mancato, tra i detenuti infatti non manca la vena artistica, e sono stati donati due quadri alla direttrice, la dott.ssa Carmelina Longo, e all'educatore, Emilio Campolo. "Oggi – ha detto Campolo – vediamo come il carcere possieda due anime. La prima, quella che tende a chiudere, e la seconda, quella che vuole aprire alle iniziative. E da noi, da quando c'è la dott.ssa Longo, tutto questo è possibile". In un periodo in cui le condizioni delle carceri italiane fanno tanto discutere, nella Casa Circondariale di Reggio Calabria si prova a fare entrare una luce, grazie anche ai volontari che collaborano attivamente con la direzione per il progetto "Libera...Mente", e che quotidianamente si spendono per permettere a chi si trova in carcere di intraprendere nuovi percorsi, nuove strade che possano portare ad un reinserimento una volta scontata la pena. "Il carcere non dev'essere un momento di buio – ha concluso Campolo – ma di riflessione e di cambiamento".