C'è anche un poliziotto tra le 14 persone arrestate nel corso dell'operazione condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dallo Sco contro la cosca Commisso di Siderno (RC). Si tratta di Gian Luca Castagna, un Sovrintendente della Polizia di Stato di origini sidernesi, in servizio presso la Frontiera Marittima del porto di Gioia Tauro, che è stato posto ai domiciliari.
L'agente è accusato di avere fornito agli affiliati della cosca informazioni riservate sulle modalità di ingresso ed uscita dei container dal porto di Gioia Tauro in modo da eludere i controlli. Inoltre avrebbe accompagnato alcuni 'ndranghetisti dagli acquirenti, tra i quali Francesco Fattoruso, ritenuto un noto esponente del clan camorristico Aquino-Annunziata di Boscoreale (Napoli) - trovato cadavere il 26 marzo 2014 nella sua auto distrutta dalle fiamme - che acquistava dai Commisso pagando con denaro consegnato, in alcuni casi allo stesso Castagna. In una conversazione intercettata, il poliziotto infedele riferiva che alcune banconote puzzavano di muffa.
I 14 arrestati sono ritenuti responsabili a vario titolo dei delitti di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di cocaina, hashish e marijuana, nonché di detenzione e messa in circolazione di monete contraffatte.
Alle prime ore della mattinata odierna, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emesse dal G.I.P. presso il Tribunale, a carico i soggetti appartenenti in massima parte alla cosca Commisso di Siderno (RC), ma anche a quella dei Pesce di Rosarno (RC) e dei De Masi di Gioiosa Ionica (RC).
Le indagini concluse dai poliziotti della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo hanno portato alla luce l'esistenza di un vasto traffico di cocaina, con proiezioni internazionali, promosso, organizzato e diretto da affiliati alla potente cosca di 'ndrangheta dei Commisso, sotto la direzione ed il controllo del boss Giuseppe Commisso, alias "u mastro" classe 1947, attualmente detenuto, in regime di carcere duro, a seguito dell'arresto operato dalla Polizia di Stato nel 2010, nell'ambito dell'operazione antindrangheta denominata "Crimine", per cui ha riportato una condanna in secondo grado a 14 anni di reclusione per associazione mafiosa.
Giuseppe Commisso è stato altresì condannato il 20 gennaio scorso a 20 anni di reclusione per le attività di infiltrazione in alcuni pubblici appalti, con sentenza pronunciata ad esito del processo con rito abbreviato, scaturito dall'operazione "La morsa sugli appalti pubblici" eseguita dalla Polizia di Stato nell'estate del 2014.
L'inchiesta si basa principalmente sugli elementi di prova acquisiti dalle intercettazioni ambientali eseguite all'interno della lavanderia Apegreen di Siderno (RC) all'interno della quale erano state captate numerose conversazioni di Giuseppe Commisso "U Mastru", con altri influenti esponenti della 'ndrangheta calabrese. Un inarrestabile flusso di notizie fuoriuscito da quel che era considerato un riparo segreto della cosca, la lavanderia Apegreen, un versamento continuo di informazioni che, in molti casi, hanno ridisegnato la storia della 'ndrangheta portando alla luce le sue innovazioni criminali determinate soprattutto dall'avvento del traffico di sostanze stupefacenti con l'America, un'attività che, in breve, avrebbe cambiato integralmente la fisionomia e l'essenza delle cosche calabresi ed in particolare di quella dei Commisso.
Giuseppe Commisso, forte della sua rilevante posizione criminale in seno alla 'ndrangheta, controllava e gestiva, dalla suddetta base operativa, un remunerativo traffico di sostanze stupefacenti.
I dialoghi intercettati hanno messo in luce, in modo inequivoco, singole trattazioni di sostanze stupefacenti poste in essere con la costante intermediazione dello stesso Commisso Giuseppe, che ha praticamente monopolizzato questa specifica attività illecita nel territorio controllato dalla cosca, con l'apertura di canali internazionali per l'approvvigionamento della cocaina dal Sud America, segnatamente dal Venezuela, in sinergia con esponenti di spicco della potente cosca PESCE di Rosarno (RC) influente sul Porto di Gioia Tauro.
Il boss Giuseppe Commisso era attivamente collaborato nelle attività di narcotraffico da alcuni sodali dell'organizzazione, tra i quali spiccano, per importanza criminale ed il ruolo svolto, Pezzano e Claudio Spataro, nonché Giovanni Galluzzo e Marco Macrì, figlio del defunto Vincenzo detto "U baruni".
Cosimo Pezzano e Claudio Spataro erano i principali luogotenenti diGiuseppe Commisso u mastru, per conto del quale trasportavano e consegnavano agli acquirenti le partite di droga; curavano i rapporti con importanti esponenti di altre organizzazioni criminali, finalizzati all'acquisito di sostanza stupefacente, fra cui il camorrista Francesco Fattoruso; indirizzavano l'attività di altri sodali, fra i quali Pietro Surace e Gian Luca Castagna
Gian Luca Castagna è un Sovrintendente della Polizia di Stato di origini sidernesi, in servizio presso la Frontiera Marittima del porto di Gioia Tauro, il quale è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con l'accusa di aver preso parte al sodalizio criminale finalizzato al traffico di sostanze stupefacenti, diretto da Giuseppe Commisso; di aver fornito ai componenti dell'organizzazione criminale informazioni riservate sui container che sarebbero giunti al porto di Gioia Tauro e sulla uscita degli stessi dall'area portuale, in sostanza informazioni sulle modalità di elusione dei controlli presso l'area portuale di Gioia Tauro, nel caso di importazioni di sostanza stupefacente via mare; di aver compiuto attività materiali connesse al traffico di sostanze stupefacenti, recando messaggi per conto dei componenti del sodalizio criminale, accompagnando alcuni di loro dagli acquirenti, tra i quali Francesco Fattoruso, noto esponente del clan camorristico Aquino-annunziata di Boscoreale (NA) - trovato cadavere, il 26 marzo 2014, all'interno della sua autovettura completamente distrutta dalle fiamme - che acquistava dai Commisso ingenti quantitativi di sostanza stupefacente pagandola con denaro contante consegnato, di volta in volta, a Cosimo Pezzano, Claudio Spataro, Pietro Surace, nonché allo stesso Gian Luca Castagna.
In alcune intercettazioni ambientali, durante un viaggio di ritorno dalla Campania con Pezzano, il poliziotto infedele riferiva che alcune banconote - evidentemente ricevute a Scafati da Francesco Fattoruso da cui si erano recati poco prima - puzzavano di muffa.
Nel corso delle indagini sono stati documentati la cessione di un chilogrammo circa di cocaina (al prezzo di 41.000,00 euro) da Giuseppe Commisso - tramite Pezzano e Spataro - a Fazari di San Giorgio Morgeto (RC); il coinvolgimento di un esponente di spicco del clan dei Pesce di Rosarno, Domenico Arena (cognato di Vincenzo Pesce) che veniva interpellato dal Mastro per organizzare l'importazione, in un container, di un carico di sostanza stupefacente dal Venezuela, con scalo al porto di Genova; le modalità per far arrivare partite di droga al porto di Gioia Tauro.
Il ruolo di broker della droga svolto da Arena per conto della potente cosca Pesce di Rosarno (RC) è suffragato da alcune formidabili intercettazioni ambientali captate all'interno della lavanderia Apegreen, laddove egli riferiva a Giuseppe Commisso di avere avuto la disponibilità di un grosso quantitativo di sostanza stupefacente, circa cento chilogrammi, che aveva venduto a 39.000 euro al chilogrammo e di avere ricevuto, complessivamente, per tale vendita, somme di denaro che si aggiravano tra i 500 ed i 700 mila euro.
Nell'ottobre del 2013, gli investigatori della Polizia di Stato reggina, nel prosieguo delle attività di indagine coordinate dalla D.D.A. di Reggio Calabria, hanno arrestato Vincenzo Genise, colto in flagranza mentre trasportava un chilogrammo circa di cocaina (978 grammi), rinvenuta dai poliziotti, ben occultata, all'interno della sua autovettura Suzuki Vitara.
Le intercettazioni video consentivano di accertare che il fornitore della droga sequestrata a Genise era Claudio Spataro
Giuseppe Commisso è altresì indagato, in concorso con un correo, di detenzione e di banconote contraffatte di taglio imprecisato.
Fra i soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo figurano anche Rocco Demasi e Giuseppe di Gioiosa Jonica (RC), con l'accusa di aver venduto ed acquistato, per conto del sodalizio criminale diretto da Giuseppe Commisso, ingenti quantitativi di sostanza stupefacente Si tenga conto che i suddetti De Masi sono rispettivamente fratello e nipote di I Giorgio De Masi , alias "u Mungianisi", arrestato, dopo un periodo di latitanza a Torino, in quanto ritenuto il capo locale di Gioiosa Jonica, secondo quanto emerso nell'ambito dell'operazione "Il Crimine".
In forza delle risultanze acquisite nel corso delle indagini condotte dalla Polizia di Stato è stato possibile stabilire la continuità e l'assiduità dei rapporti tra i sodali, evidenziati dai numerosi contatti tra di loro, la materiale partecipazione alla fase esecutiva dei numerosi reati scopo portati a termine, l'elaborazione e l'adozione di un linguaggio convenzionale comune e, infine, un luogo unico di incontro tra i partecipi, ovvero la lavanderia Apegreen di COMMISSO Giuseppe Commisso, elementi questi dotati della gravità indiziaria che è stata ritenuta idonea a suffragare la contestazione associativa agli indagati, con i seguenti ruoli:
Giuseppe Commisso, alias "U mastro", promotore ed organizzatoreCosimo Pezzano, partecipeClaudio Spataro, partecipeLuigi Fazari, partecipeMichele Correale, alias "U Zorro", organizzatoreGiovanni Galluzzo, organizzatoreDomenico Arena, organizzatoreVincenzo Genise, partecipeRocco De Masi, partecipeGiuseppe De Masi, partecipeMarco Macrì, partecipeSalvatore Buttiglieri, partecipeAntonio Futia, alias "u Ngilla", partecipeGian Luca Castagna, partecipe
L'odierna operazione di polizia s'inserisce nel quadro dell'azione di contrasto alla 'ndrangheta operante nel mandamento jonico della provincia di Reggio Calabria ed è, in particolare, finalizzata alla disarticolazione della potente cosca COMMISSO di Siderno, attiva in Italia, Europa ed in Canada.
Essa rappresenta la prosecuzione delle precedenti operazioni eseguite dalla Polizia di Stato sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria passate alla cronaca con il nome convenzionale di "Crimine" (2010), "Recupero- Bene Comune" (2010), "La Falsa politica" (2012), "La Morsa sugli Appalti" (2014) "Acero-Crupi" (2015) che hanno colpito la cosca Commisso nelle sue diverse articolazioni territoriali ed internazionali.